Spalletti: 'Rispetto Totti, ma priorità ai risultati'

Il tecnico della Roma: "Non faccio la formazione con la storia dei calciatori'

1455613154453_3183753.jpg"Ho rispetto per Totti, ma non scelgo la formazione basandomi sulla storia di un giocatore. La priorità sono i risultati".

Così Luciano Spalletti, parla del suo rapporto con il capitano della Roma, in un'intervista al quotidiano spagnolo As, alla vigilia della sfida contro il Real Madrid nell'andata degli ottavi di Champions all'Olimpico.

A chi domanda quanto sia difficile tenere in panchina uno come Totti, il tecnico risponde: "Io alleno la Roma, non solo Totti. Il mio obiettivo primario sono i risultati e faccio le mie scelte in funzione di questo, non in base alla storia di un giocatore".

Spalletti sottolinea che il rapporto con il capitano giallorosso "dal mio punto di vista è perfetto". "Dal suo punto di vista? Dovete chiederlo a lui", risponde. "Lui è un giocatore che illumina la fase offensiva, ma dipende anche dall'avversario se si possono utilizzare le sue qualità rinunciando a ciò che non può darti. Lui può mettere un pallone perfetto, ma se la squadra deve pressare per lui è più difficile retrocedere di 40 metri per farlo".

"Dipende dalla forza dell'avversario -evidenzia Spalletti-: a volte la squadra può gestire la mancanza di corsa di un elemento, ma in questo momento la Roma non è in grado di farlo. Ora dobbiamo, come si dice qui, raschiare il fondo del barile. Solo così la Roma può tornare al livello che serve per cominciare a fare altri ragionamenti. Fino ad allora, non c'è spazio per i sentimenti: solo lavoro, forza e corsa". 

E' un discorso che Totti capirà? "Non lo so, io faccio il mio lavoro. Rispetto moltissimo la sua storia e la sua qualità, ma io ho bisogno di risultati".

"La Roma stava attraversando un momento difficile e ha deciso di cambiare. Ma io credo che abbiano sbagliato, perché secondo me la mentalità di uno straniero aiuta: l'allenatore non si discute per alcuni risultati negativi, bisogna saper aspettare". Spalletti spezza una lancia a favore del suo predecessore Rudi Garcia. "E' chiaro che un presidente deve proteggere la sua azienda, ma in Italia si cambiano troppi allenatori. Invece bisogna dare forza a un tecnico", evidenzia Spalletti.

"La prima cosa che ho detto ai giocatori quando sono tornato? Che sono tornato perché allenare la Roma è una sensazione meravigliosa e solo chi lo ha fatto può capirlo. Io sono un tifoso di questa squadra, ce l'ho nel sangue". Parlando della sfida di domani con il Real Madrid
 nell'andata degli ottavi di Champions, Spalletti dice: "E' una squadra che conosco bene perché l'ho vista giocare spesso quando l'allenava il mio grande amico Carlo Ancelotti. E' il mio grande maestro, fa cose geniali ovunque va. Ancelotti è il migliore che abbiamo in Italia e qui abbiamo la migliore scuola per i tecnici. Da lui ho appreso tutto. Ogni volta che ceno con lui cerco di imparare tutto il possibile di ciò che mi dice sul calcio, è una grande persona e un grande tecnico".

Allenatori spagnoli come Luis Enrique e Rafa Benitez in Italia hanno fallito: "E' una casualità. E' però vero che quando un italiano va all'estero viene rispettato molto e si cerca di apprendere la sua filosofia. Al contrario, quando uno straniero viene in Italia, viene obbligato a ragionare come gli italiani. Non aspettiamo, non siamo pronti ad assorbire la loro mentalità e questo è un nostro difetto".

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  • pubblicato16.02.2016
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