Marotta: "I meriti della rimonta sono del club"

Il dg bianconero: 'Avuto fiducia e pazienza e i risultati si vedono'

sport_focus_image8ec0f24fa6f6f1f7ec5ce17a400b9606.jpg"Dopo il ko con il Sassuolo la capacità del presidente è stata quella di capire la situazione, la forza della squadra e dell'allenatore. C'erano delle difficoltà oggettive che andavano eliminate. Sbalzi di risultati anche a causa degli infortuni, della preparazione condizionata dalla Supercoppa in Cina. Abbiamo assemblato una rosa con 10-12 giocatori arrivati da campionati diversi o squadre con meno pressioni. Tutti questi fattori hanno portato a queste difficoltà ma i vertici non si sono fatti trascinare dall'istinto, dall'umore. Bensì da valutazioni oggettive, al di là del campo".

E' la spiegazione che il l'ad della Juventus, Beppe Marotta ha dato, a radio Anch'Io Sport della rimonta bianconera in campionato.

"Oggi il calcio brucia tutto troppo in fretta e con una estrema facilità, basta qualche prova negativa e si azzardano giudizi. Sta ai dirigenti non dare retta a queste critiche, ci siamo chiusi a riccio, abbiamo supportato il tecnico e la squadra, e ora i risultati si vedono". "Cosa è cambiato? Pazienza, consapevolezza. Il gruppo di Allegri rispondeva ai nostri programmi, l'allenatore ha grande professionalità, praticità e nell'anno precedente ha dimostrato grande qualità portando a casa grandi risultati e ricordiamoci in che momento è arrivato alla Juventus", ha aggiunto Marotta.

"Allegri allenatore del futuro? Il calcio brucia tutto con velocità estrema, ma vanno valutate prima di tuto le qualità. Allegri ha dimostrato di avere qualità e professionalità e combacia con i nostri ideali. Certo, il conforto dei risultati è fondamentale. Noi siamo contenti dell'allenatore, vediamo che intorno si fa del fantamercato. Il tecnico è legato a un contratto ma chiaramente dipende anche dalla sua volontà. Mai come oggi l'allenatore deve avere capacità gestionali. Certo che non avere risultati significa non centrare i risultati aziendali, ma quando le cose non vanno bene si evidenziano grosse lacune che in realtà sono piccole".  

"La reazione in campo nel finale con il Carpi? E' stata una reazione comprensibile e condivisa dalla società perché cali di attenzione non sono accettabili in gruppo di professionisti di tale caratura, è grave compromettere un risultato per banalità o delle disattenzioni", ha aggiunto Marotta. 

"Quale la squadra favorita per lo scudetto? Mancini si nasconde, è molto furbo, ma io dico in assoluto l'Inter che ha dalla sua parte la storia della società, un allenatore con grandissima esperienza, che sa valutare i giocatori e farli esprimere". L'ad della Juventus è convinto che la
squadra più pericolosa per lo scudetto sia l'Inter di Mancini.

"E' una squadra cinica che con poco raccoglie molto. Se è prima in classifica è perché lo merita e non bada principalmente alla bellezza estetica del gioco ma alla sostanza. Del resto con pochi gol è riuscita ad avere la testa della classifica. Tra le cinque di testa è quella che ha fatto meno gol, anche se ne ha subiti di meno. La squadra da battere in assoluto credo sia l'Inter", ha sottolineato Marotta a Radio Anch'Io Sport.

"Rinforzi in difesa? A livello difensivo stiamo bene, abbiamo 3 nazionali come Bonucci, Chiellini e Barzagli e il miglior Under 21 dello scorso anno che si chiama Rugani che ha avuto ancora poche possibilità di giocare. Problemi li abbiamo avuti a centrocampo, con una serie di infortuni, ma il mercato di gennaio si chiama 'di riparazione' e onestamente nom mi pare dobbiamo riparare nulla. E' difficile trovare giocatori all'altezza della Juve a gennaio", aggiunge l'ad bianconero.

"Morata è un giocatore giovane, che ha bisogno di una crescita. Con i giovani serve pazienza, alternano momento splendidi di grande euforia a momenti di pessimismo interiore. Sta alla società saper far crescere questi ragazzi e farli diventare uomini. Non è facile, non ho mai visto giovani affermarsi in poche settimane. Morata è un ragazzo del 93' e in un anno e mezzo ha fatto molto bene, anche in competizioni difficili come la Champions League".

Sull'esplosione di Mandzukic, invece, Marotta dichiara: "Sapevamo che aveva quelle caratteristiche di forza e temperamento che potessero sposarsi con attaccanti come Dybala o Morata. Ha avuto delle difficoltà iniziali legate ad un infortunio fastidioso e si doveva ambientare in un campionato diverso. Lo ha fatto con calma, ma nella storia della Juve tanti stranieri hanno dovuto avere del tempo prima di affermarsi".

Infine su Dybala. "E' un ragazzo del 93', è arrivato da Palermo una realtà completamente diversa. Vestire la maglia della Juve è un peso rilevante ed è normale pagarne lo scotto all'inizio. Sta all'allenatore centellinarli e far capire cosa vuol dire giocare contro squadre che si difendono o giocare all'estero. Sono certo che i vari Dybala e Zaza quello che hanno dato è ancora inferiore a quello che potranno dare in futuro. Sono certo che già l'anno prossimo questi ragazzi potranno dimostrare tutto il loro lavoro", conclude Marotta.

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  • pubblicato21.12.2015
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