L’ultimo saluto a Ciro

In migliaia in corteo lungo le strade di Scampia

1403886795206_Ciro Esposito.jpgUn'esplosione di coriandoli bianchi, applausi e cori hanno accompagnato il corteo funebre di Ciro Esposito, formatosi dopo il funerale con rito evangelico, diretto verso l'autolavaggio di via Ghisleri, a Scampia, nel quale lavorava il giovane tifoso del Napoli ferito a Roma e morto nell'ospedale Gemelli dopo 53 giorni di calvario.

Ad accogliere la salma di Ciro, davanti l'autolavaggio, moltissime persone. Nel corteo ha sfilato anche lo striscione con la scritta "Sei il nostro eroe. Tutti gli amici della Case Gialle".  

Ad accompagnarlo soprattutto tanti tifosi di diverse squadre. In prima fila quelli del Napoli, che, ancora una volta, indossano una maglietta nera con le scritte: "Ciro uno di noi" e "Orgoglio partenopeo".

ALFANO - "Con le società dobbiamo fare una guerra dura agli ultras che non hanno nulla a che fare con l'amore per il calcio". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano aggiungendo: "La morte di Ciro Esposito non deve chiamare altra violenza, la gran parte delle tifoserie è fatta di persone che amano il calcio ed è appunto a loro che il mondo dello sport deve rivolgersi".

DE MAGISTRIS - "La mamma di Ciro Esposito è il simbolo della città di Napoli". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, parlando nel corso della cerimonia funebre. Nel suo intervento, il primo cittadino ha voluto ricordare "la compostezza e la dignità” della famiglia. Il sindaco ha poi aggiunto con forza che "devono pagare tutti, anche chi non ha garantito l'ordine pubblico: sono stato testimone che non ha funzionato" ha affermato ricordando che quella sera anche lui a Roma. "No all'odio e alla vendetta - ha poi aggiunto - ma sì alla giustizia".

"Da domani devono esserci soprattutto fierezza, dignità, coraggio e determinazione della famiglia di Ciro - ha sottolineato de Magistris - Credo che la cosa più bella sia stato il modo in cui dopo il ferimento di Ciro i suoi genitori si sono comportati: avevano già scritto che la storia era diversa. Altri avevano gia' messo Ciro sul banco degli imputati, avevano detto che i tifosi napoletani avevano sbagliato, poi siccome lui è di Scampia, eravamo tutti brutti, sporchi e cattivi... Oggi scriviamo una nuova pagina e la verità è che Ciro si è messo tra l'odio e chi voleva solo vedere una partita".

DE LAURENTIIS - "Il 3 maggio mi avevano chiesto di portare la Coppa Italia, ma che valore ha aver vinto quel trofeo? I trofei li vogliamo vincere a testa alta, con onore e rispetto". Lo ha detto, con voce rotta dall'emozione, Aurelio De Laurentiis intervenendo ai funerali di Ciro Esposito. Il presidente del Napoli si è rivolto ai familiari di Ciro: "E' durissima, quando viene a mancare un figlio viene a mancare la parte migliore di noi. Però Antonella (la madre di Ciro, ndr) ha avuto forza in questa Italia scorretta, in questa Italia dove i valori si sono persi totalmente. In questo Paese corrotto, in questo Paese dove negli ultimi 30 anni aprendo i giornali si leggono scandali, da un luogo difficile come Scampia nasce la fiamma della speranza attraverso la limpidezza di una persona che, perdendo la cosa più cara, non parla di vendetta, ma vuole capire, vuole che certe assurdità non restino impunite, ma parla di perdono, di correttezza. una donna che non ha perso di vista, nella tristezza, i veri valori morali della vita".

"Poi - ha aggiunto De Laurentiis - c'è stata la morte vera mercoledì, in questo giorno che non dobbiamo assolutamente dimenticare, ma io spero che questa morte, che è anche la morte del calcio italiano, permetta al calcio di ripartire, di ritrovare una sua identità, una cultura della sportività, dove gli uni accanto agli altri si vadano a guadagnare la vera vittoria della vita. Bisogna trovare il modo in cui non solo Napoli ma tutti gli italiani, in questo paese giovane e troppo diviso in campanilismi, in suddivisioni tra Nord e Sud, ricordino che siamo tutti figli della stessa terra".

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  • pubblicato27.06.2014
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