Inghilterra-Francia sulle note della Marsigliese

Commozione e lacrime a Wembley per le vittime di Parigi

Inghilterra-Francia unite su MarsiglieseLacrime e commozione, una voce unica e compatta ha cantato la Marsigliese prima dell'amichevole di Wembley Inghilterra-Francia. Grande commozione a Londra per l'incontro dopo i tragici attentati di Parigi: tra i 90mila spettatori in tribuna anche il Premier David Cameron e il principe William.

Prima del fischio d'inizio è stato osservato un minuto di silenzio, mentre le tv che hanno trasmesso la partita - la britannica ITV e la francese TV1 - hanno deciso di non passare spot pubblicitari per rispetto delle vittime.

Una coreografia suggestiva ha accolto le due squadre in campo, entrambe con il lutto al braccio: oltre al tricolore proiettato sull'arco che sormonta lo stadio, i colori blu bianco e rosso hanno dipinto le tribune dell'impianto londinese. I due commissari tecnici, Roy Hodgson e Didier Deschamps, accompagnati dal Principe William, hanno infine deposto corone di fuori in memoria delle vittime dopo che i 46 membri delle due nazionali si erano strette in un abbraccio collettivo al centro del campo.

Una notte di lacrime e preghiere, una partita di solidarietà e cordoglio: il tricolore sullo sfondo, la Marsigliese nell'aria, due nazionali abbracciate a metà campo, 90mila tifosi uniti nel ricordo delle vittime di Parigi.

Emozione e commozione a Londra per Inghilterra-Francia: a Wembley va in scena l'amichevole della fratellanza, per una notte la capitale britannica canta in coro strofe francesi. Quelle dell'inno transalpino intonate da tutti i tifosi presenti. Chi la conosce, chi legge sui maxi-schermo le parole in una lingua, magari sconosciuta, ma mai così amica. Sugli spalti ci sono il Premier David Cameron e il Principe William, che prima del fischio d'inizio accompagna i due commissari tecnici, Roy Hodgson e Didier Deschamps, a deporre corone di fiori in memoria delle 132 vittime degli attentati terroristici di Parigi.

Se in Belgio come in Germania non è stato possibile giocare, a Wembley la partita fin da subito assume le sembianze di una cerimonia laica di lutto (per i morti) e di orgoglio (per i colori francesi). Il tricolore campeggia luminoso ovunque, anche sull'arco che sormonta lo stadio. E sulle tribune, con un puzzle di cartoncini rosso bianco e blu, come si giocasse in Francia.

All'uscita della metropolitana, camminando verso lo stadio, i tifosi vengono accolti da gigantesche lettere luminose che celebrano i valori francesi, "Liberté, Égalité, Fraternité". Valori fondanti della Repubblica, parole che questa sera sfidano la paura di nuove violenze. Wembley è militarizzato: imponente il dispiego di forze, fin dalle prime ore decine di agenti di polizia hanno perlustrato ogni angolo non solo all'interno dello stadio ma anche nelle zone adiacenti.

E - per la prima volta - guardie armate assistono all'amichevole da bordo campo, pronte ad intervenire all'occorrenza. Misure di prevenzione necessarie, secondo Scotland Yard, nonostante i servizi segreti non avessero rilevato alcuna minaccia imminente. Ma non si vuole correre il minimo rischio. Troppo importante riuscire ad inviare, a Parigi e ovunque, un messaggio di normalità, ovvero di speranza.

"Giocheremo per le vittime", aveva dichiarato alla vigilia il ct Deschamps, complimentandosi con Lassana Diarra, presente nonostante abbia perso la cugina Asta Diakite negli attentati. C'è Diarra così come l'attaccante dell'Atletico Madrid Antoine Griezmann, la cui sorella si è salvata per miracolo nella mattanza del Bataclan. Entrambi tra i 46 membri delle due nazionali che si mischiano a centrocampo nel più lungo e intenso minuto di silenzio.

Chi chiude gli occhi, chi li rivolge in cielo, colmi di lacrime. Tutti concordano, è più di una partita. Sintesi che abbraccia la retorica, eppure così vera. A tal punto che il debutto con gol di Dele Alli, giovane talento del Tottenham, è poco più di un dettaglio così come il 51° gol in nazionale di Wayne Rooney che guarnisce la vittoria dei Tre Leoni. Perché in una notte come questa gli sconfitti sono altrove. In fuga, nascosti, braccati. Comunque lontani da questa notte di libertà e fratellanza.

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  • pubblicato17.11.2015
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