"Per me l'Inter è una delle più grandi squadre al mondo. Aveva appena vinto tutto e da sempre è la storia del calcio. Non ebbi alcun dubbio nel trasferirmi a Milano. Qui gioco sempre e aiuto la squadra segnando molti gol, ma nonostante questo l'Inter non si trova dove meriterebbe di stare". Così Mauro Icardi, centravanti dell'Inter, nel corso di una lunga intervista all'emittente francese Canal Plus. "Adesso ci stiamo riassestando dopo l'addio di molti campioni che qui hanno vinto tutto e quindi dobbiamo solo aspettare l'anno prossimo per essere di nuovo al top".
Icardi, attaccante turbolento, ha quindi spiegato cosa accadde dopo Sassuolo-Inter quando litigò con i tifosi nerazzurri che gli avevano lanciato dietro una maglia. "Perdemmo 3-1 e dopo la partita perdemmo la testa. La mia rabbia nacque dal fatto che regalai la maglia ad un bambino in prima fila in mezzo a tanti adulti. Quello che più mi fece arrabbiare è che strapparono dalle mani del bimbo quell'indumento per ributtarlo in campo. Mi partì l'embolo, ma è passato tutto", ha dichiarato Icardi.
Infine sulla vicenda Maxi Lopez-Wanda Nara, sua attuale compagna, e sulla mancata stretta di mano dell'attaccante ora al Toro in occasione di un Sampdoria-Inter. "Sapevo non mi avrebbe dato la mano, era una cosa logica. Lo avevo detto anche a Wanda a casa, io però gli avrei porto la mano egualmente perché tutti avrebbero guardato la partita - ha spiegato Icardi - inclusi i suoi figli e sarebbe stato un bel gesto per far capire che non c'era alcun problema per me. Quando tornai a casa il figlio più grande di Maxi mi chiese il perché suo padre non mi avesse salutato e io gli spiegherò in futuro il perché, senza rancore".
