La Figc vara le prime riforme

Tetto di 25 giocatori per le rose, ma Aic e Aiac votano contro

sport_focus_imagea0d2a51cc660dcc9783069795c45f252.jpgIl consiglio Figc vara le prime riforme, ma si divide sull'interpretazione delle norme relative al tetto delle rose e al tesseramento degli extracomunitari.

"E' uno dei consigli chiave dall'inizio della nuova gestione e riflette la filosofia del fare. E' da tanto che si parlava di riforme, abbiamo iniziato con le prime", ha detto il presidente federale Carlo Tavecchio al termine della riunione dell'organismo, chiamato ad approvare le proposte elaborate dal consigliere con delega alle riforme Claudio Lotito.

"Noi abbiamo votato contro, anche sugli extracomunitari, perché sono progetti che non hanno una ragione sportiva", è la posizione di Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori che insieme all'Aiac (Assoallenatori) di Renzo Ulivieri ha espresso voto contrario sul tetto delle rose a 25 giocatori (4 cresciuti in Italia e 4 nel vivaio del club) e sul provvedimento relativo al tesseramento di nuovi calciatori extra Ue da parte dei club.     

Una norma, quest'ultima, che consente di tesserarne un massimo di due a condizione che uno vada a sostituire un altro extracomunitario e che l'altro abbia un comprovato curriculum sportivo (2 presenze in lista gara ufficiale nella stagione in corso o 5 presenze in lista gara in carriera). Secondo l'Aic, non basta per il rilancio del 'made in Italy'. 

"Oggi in Italia chi rispetta le rose Uefa ha un numero di stranieri che è il doppio di quello che hanno le altre", è il pensiero di Tommasi. "La rosa così impostata non tutela il discorso dei vivai. Noi volevamo dare più spazio ad atleti utilizzabili dalla nazionale. Ci sono dei vincoli dal punto di vista europeo, ma forse ci sono progetti con un po' più ampio respiro che potrebbero andare nella direzione di un maggiore utilizzo di ragazzi cresciuti in Italia veramente. Purtroppo questa norma è un palliativo, non so quali benefici darà. Dal punto di vista tecnico-sportivo non va nella direzione della Nazionale". 

Secondo la Figc, invece, le norme in questione vanno inserite in un quadro più ampio che comprende le altre riforme: dal fair play finanziario al libero tesseramento degli Under 21 (la maggioranza è italiana) fino alla rivisitazione dei cosiddetti 'giovani di serie' che introduce una sorta di blocco dal basso allo sfruttamento degli extracomunitari.

Il giovane al primo tesseramento deve infatti essere residente in Italia ed essere entrato nel paese con i genitori non per ragioni sportive e comunque aver frequentato la scuola per almeno 4 anni. Tali calciatori, questa è la novità più rilevante approvata anche con il voto dell'Aic, non possono essere utilizzati per la sostituzione di un nuovo calciatore extracomunitario.  

"E' di fatto uno 'ius soli' sportivo", ha detto Lotito. "Il problema era anche quello di bloccare tutta quella pletora di calciatori che arrivavano dal settore giovanile. Il numero di extracomunitari era dettato proprio da quel meccanismo che faceva transitare da società dilettantistiche giocatori che venivano poi utilizzati solo se diventavano importanti, altrimenti diventavano merce di scambio", ha aggiunto il presidente della Lazio riferendosi a una pratica diffusa fra i club della serie A.

"Questa è la madre di tutte le battaglie, perché i club non andranno più a pescare da un serbatoio di ignoti. Non si può pensare di estrapolare da un provvedimento globale un argomento particolare e farne una questione", ha evidenziato Tavecchio, secondo il quale anche la nuova norma sul fair play finanziario contribuirà ad arginare l'afflusso degli stranieri in serie A. 

"Per prendere Ronaldo servono i milioni e con il fair play finanziario in pochi lo potranno fare", è il suo ragionamento. Il consiglio federale ha anche approvato all'unanimità il budget 2014 e 2015 che, dopo il taglio di 25 milioni deciso dal Coni, "è chiaramente passivo". 

"Ci attesteremo su una perdita di 10 milioni, il buco in realtà è di 20 milioni ma dovremmo recuperare dalle cessioni che il Coni farà. Con sacrifici immani riusciremo ad anticipare fondi che scadono nel 2015-2016, poi faremo discorsi molto semplici con la pregiudiziale che nel 2016 non può più essere così. Non possiamo permetterci di stare nei reparti del Coni con queste percentuali", ha aggiunto Tavecchio, che oggi ha incontrato il professore Victor Uckmar per capire se l'utilizzo dei marchi delle scommesse sia legittimo. 

Impossibile al momento fare previsioni sui tempi della riforma dei campionati, ma la strada è tutta in salita visto che per l'approvazione serve il 75% dei voti: "Dovremo valutare se è costituzionale o meno un provvedimento che non può garantire i diritti di terzi che hanno la maggioranza qualificata", ha detto a riguardo Tavecchio.

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  • pubblicato20.11.2014
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