Prandelli: "Non sono scappato"

"In Germania conta la nazionale, da noi i club"

1405928743728_451840442.jpgRoma, 21 lug. - "In questi giorni ho pensato tanto, come si può immaginare. E una cosa mi torna in mente. Nella vita di un professionista ci sono alti e bassi, ma sono gli alti e i bassi di un privilegiato. Sono stato attaccato crudelmente. Va bene. Ma non devo sentirmi una vittima. Non ne ho il diritto". Torna a parlare Cesare Prandelli, e lo fa in un'intervista al 'Corriere della Sera'.

Il nuovo tecnico del Galatasaray, dimessosi dalla panchina azzurra dopo l'eliminazione per mano dell'Uruguay, spiega che in Brasile "e' il progetto che non ha funzionato! Pensavamo di giocare in un certo modo e non ci siamo riusciti. Pensavamo di mettere in difficoltà il Costarica e non ce l'abbiamo fatta". E afferma: "Non e' vero che sono scappato".  Continua Prandelli ripensando al Mondiale: "Questo era il progetto tecnico. Ed e' fallito. Punto. La responsabilità e' mia. Avevo Cerci, Insigne, Cassano, Balotelli, quattro attaccanti che in campionato hanno mostrato il loro valore. Non siamo riusciti a creare una palla gol e siamo andati dodici volte in fuorigioco. Ho messo quei quattro e pensavo di vincere la partita. E, ripeto, ho fallito".

L'ex ct rifarebbe le stesse convocazioni: "Si'. Con Montolivo e Giuseppe Rossi la squadra aveva dimostrato una buona identità. Dopo gli infortuni, abbiamo dovuto cambiarla". Capitolo Balotelli: "Mario e' un ragazzo fondamentalmente buono. Non e' un ragazzo cattivo. Ma - sottolinea Prandelli - vive in una sua dimensione che e' lontana dalla realtà. Ma non vuol dire nulla. A 24 anni ha la possibilità di fare tesoro di questa grande esperienza".

Secondo Prandelli "il diritto di critica e' sacrosanto. Ma dev'essere mantenuto nei limiti della verità, della civiltà e delle proporzioni. Secondo me chi ha scritto e detto certe cose si deve vergognare". "Cosa mi ha ferito di piu'? - prosegue Prandelli - l'accusa di essere scappato. L'idea della fuga. Non e' vero. L'ho dimostrato nella mia vita, personale e professionale. E' successo a Parma, dopo il crac Parmalat: sono scappati in tanti, io sono rimasto e con la mia squadrettina siamo arrivati quinti. E' successo a Firenze. Non sono scappato. Sono rimasto al mio posto da solo, con i dirigenti inquisiti in Calciopoli, e nonostante questo, senza penalizzazione, saremmo arrivati secondi in campionato. E - aggiunge - non sono scappato dalla federazione: siamo tutti dimissionari! Quindi io non sono scappato da nes-su-no. Fuga? Fuga de che?".

Qualcuno ha detto che poteva prima spiegare i fatti brasiliani e poi firmare per il Galatasaray, ma Prandelli assicura: "Vado a fare il mio lavoro, e' una sfida, mi rimetto in gioco. Mi hanno accusato perfino di 'non essere rimasto a elaborare il lutto'. Ma questo non e' compito dei defunti! Se penserò alla Nazionale? La Nazionale galleggia ancora e si rimetterà a navigare. I giocatori potranno riscattarsi. Se escludo di tornare ad allenarli? Assol...". 

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  • pubblicato21.07.2014
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