Rai Paralimpiadi Rio 2016

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Le chance dell'atletica azzurra alla paralimpiade di Rio

1473195865399_GettyImages-494942980.jpgAlcuni interpreti sono cambiati, ma l’obiettivo dell’atletica paralimpica azzurra è replicare i podi di Londra. Quattro anni fa furono sei le medaglie raccolte all’Olympic Stadium, con l’inno di Mameli a suonare per Martina Caironi (100m per atlete amputate) e Assunta Legnante (peso non vedenti), mentre Oxana Corso centrò due argenti su 100 e 200m (atlete con cerebrolesione), Annalisa Minetti fu bronzo sugli 800m (atlete non vedenti e ipovedenti) cosiccome Alvise De Vidi che fu terzo sui 100m (tetraplegici in carrozzina).

Martina Caironi è sempre il faro della spedizione: la velocista azzurra, portabandiera per l’Italia a Rio, in questi 4 anni ha ulteriormente abbassato il primato mondiale di categoria sui 100m, ed è reduce dai successi ai mondiali di Doha e agli europei di Grosseto. Non è stato un anno solo di rose e fiori per la sprinter bergamasca, che ha a lungo disertato le piste a causa di un’infiammazione al moncone destro, che ha messo anche a rischio la sua partecipazione ai Giochi. Allarme rientrato, però, e Martina è pronta a dar battaglia non solo sui 100m, ma anche nel salto in lungo, dove la sola Vanessa Low sembra esserle davanti.

Sui 100m sarà tutto da seguire il debutto paralimpico di Monica Contrafatto, che gareggerà proprio accanto alla Caironi. Il caporalmaggiore dell’esercito, ferita durante una missione in Afghanistan, decise di dedicarsi all’atletica paralimpica quando da un letto d’ospedale vide la Caironi vincere l’oro ai Giochi di Londra. Quattro anni dopo è anche lei al via dei giochi, forte di un quinto posto ai mondiali di Doha cui sono seguiti ulteriori miglioramenti, tanto che sognare il podio non è un’eresia.

Chi rivali non ne avrebbe è Assunta Legnante, al via nelle gare di peso e disco non vedenti. Primatista mondiale in carica, un passato da campionessa europea tra i normodotati, la lanciatrice azzurra ha nelle braccia misure inarrivabili, almeno nel getto del peso. Purtroppo i problemi alla schiena che l’hanno tormentata per tutta la stagione non sembrano del tutto risolti, e dopo essersi operata per un’ernia al disco che le ha fatto saltare gli europei di Grosseto, la Legnante è tornata ad accusare fastidi proprio a ridosso dei Giochi. Un’incognita il suo rendimento in gara, anche se nel peso la medaglia non dovrebbe comunque sfuggirle.

Restando tra i non vedenti, grande attesa anche per il debutto ai Giochi dell’italocubano Oney Tapia. Il lanciatore azzurro parte da leader mondiale stagionale nel lancio del disco, e si cimenterà anche nel peso, a lui meno congeniale. Giunto in Italia inseguendo la passione del baseball, Tapia ha perso la vista in un incidente durante un lavoro di giardinaggio, quando un ramo gli è caduto in faccia lesionandogli in maniera irreparabile gli occhi. Dopo aver provato tanti sport paralimpici, dal goalball al judo, Tapia ha ritrovato sulla pedana del disco le stesse sensazioni che provava sul monte di lancio, quando giocava a baseball da pitcher. Ora è l’uomo da battere.

Chance di medaglia anche dai 400m t43 donne, con Giusy Versace che al momento vanta la terza prestazione mondiale stagionale su una distanza relativamente nuova per le atlete biamputate. A Rio l’azzurra sogna una rivincita in grande stile, dopo esser stata lasciata fuori dalla squadra di Londra.

Ci proverà anche il grande veterano Alvise De Vidi, impegnato sui 100m e 400m nella categoria tetraplegici. Per il più decorato tra gli azzurri, alla sua settima paralimpiade, la chance concreta di lottare per il podio sul giro di pista. Una medaglia che sarebbe il modo migliore per festeggiare i 50 anni compiuti ad aprile.

Non sarà facile invece per Oxana Corso replicare gli splendidi argenti di Londra. La ragazza di San Pietroburgo, adottata piccolissima da una famiglia romana, dovrà infatti vedersela con alcune giovani atlete uscite fuori nel corso del quadriennio paralimpico. L’australiana Isis Holt e la britannica Maria Lyle hanno stabilito rispettivamente il primato mondiale ed europeo, spazzando via la concorrenza e lasciando più di qualche dubbio sulla loro classificazione: le due sembrano aver poco a che fare con la categoria di Oxana, la t35, riservata alle atlete con cerebrolesione più grave, vista la loro facilità di corsa. Ma, dubbi a parte, restano avversarie fuori portata per l’azzurra, che potrebbe avere difficoltà a salire

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  • pubblicato06.09.2016
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