Rai Paralimpiadi Rio 2016

'E' accaduto qualcosa di fenomenale'

Il n.1 Cip Pancalli elogia gli azzurri paralimpici: 'Ma non è ancora finita'

1474277148844_5f9537ff5ab8ed44555628532d.jpg"La nostra famiglia paralimpica accompagna l'aspetto tecnico agonistico ad una grande comunicazione. La mission è riuscire a cambiare la percezione della disabilità nel mondo attraverso le gesta sportive e credo che il contagio ormai sia inevitabile. Quanto accaduto in Italia e in altri paesi è veramente qualcosa di fenomenale, ma il percorso non è concluso, c'è tantissimo da fare".

Lo ha detto il presidente del Comitato paralimpico italiano, Luca Pancalli, tracciando un bilancio della spedizione azzurra alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, a Radio Anch'io Sport. Una successo non solo di medaglie, 39 complessive, per la spedizione azzurra.

"Ogni Paese ha molte difficoltà. Con grande umiltà e sacrifici abbiamo dimostrato che il nostro Paese, anche con molte risorse in meno, è riuscito ad arrivare nono, e a dare un messaggio straordinario anche grazie ai media. Le medaglie sono importanti, ma voglio pensare a tutti quei ragazzi disabili a cui manca la possibilità di praticare sport e manca l'offerta sportiva. Bisogna partire dalle strutture, dai tecnici, dalla formazione, dalla consapevolezza che investire sullo sport significa investire sul capitale umano del Paese. Il Paese non cresce solo con il Pil ma con la cultura di uomini e donne di questo Paese", sottolinea Pancalli.

"Tutta la nostra famiglia paralimpica è legata insieme da un fil rouge, perché tutti noi siamo passati da momenti drammatici, come un incidente o un trauma sportivo o una patologia, e questo ci fa capire che quando si scende in vasca o si va in pedana si sta vincendo per se stessi ma si capisce anche che quella vittoria serve anche a qualcun altro", aggiunge il numero uno del Cip.

Pancalli elegge a simbolo dei Giochi paralimpici, una immagine. "Quella che sintetizza questo pensiero è l'abbraccio Caironi-Contraffatto nella finale dei 100 metri piani amputati. Da un letto d'ospedale la Contraffatto guardava quattro anni fa la Caironi a Londra, dicendo 'io voglio diventare come lei'. A Rio è arrivata  terza. Il messaggio di Londra è arrivato in un letto d'ospedale. Perme è stata questa l'emozione più grande ed è quello che vorremmo fare attraverso le medaglie". "Forse sto invecchiando pure io, ma mai avrei pensato di potermi commuovere tante volte -prosegue Pancalli-. Ho cercato di essere presente ovunque perché sappiamo perfettamente i sacrifici che ci sono dietro questi risultati. Se uno ha tante idee, anche se con meno risorse, si riescono a fare anche dei capolavori e ci è stato riconosciuto dal comitato internazionale e dagli altri Paesi".

Allo stesso Pancalli è stato chiesto di candidarsi per il movimento internazionale paralimpico: "Mi ha fatto piacere e mi onora come italiano, che mi è stato chiesto di candidarmi, ma non è merito mio, è merito di tutta la squadra che ha lavorato. io posso aver fatto l'allenatore in campo", precisa Pancalli, definendo però al momento "non immaginabile, non realizzabile adesso" il contemporaneo svolgimento di Giochi olimpici e paralimpici.

"Si può sognare ma non è realizzabile adesso. Il movimento paralimpico trasmette valori che, confusi nel grande palcoscenico olimpico, passerebbero in secondo piano. Abbiamo bisogno invece che la gente li percepisca. Noi vorremmo comunicare il sorriso -prosegue il numero uno  del Cip-. Non è impossibile, è un sogno, ma bisogna arrivarcipreparati culturalmente. Se vince l'oro un grande atleta olimpico chi parlerebbe dei nostri? E' bene che l'attenzione si concentri sugli atleti, straordinari ragazzi che comunicano speranza a tanti come loro che sta in un letto d'ospedale. Dobbiamo lavorare, ci sarà un momento in cui la cultura crescerà cosi' tanto da consentire questo sogno".

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  • pubblicato19.09.2016
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