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A Pirazzi la 17ª tappa

Prima vittoria per il laziale che all'ultimo km ha staccato Wellens, Mccarthy, De Gendt e Montaguti. Quintana resta in rosa

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Nel day after delle polemiche il Giro accoglie la prima volta di Stefano Pirazzi. E' il laziale della Bardiani-Csf a trionfare nella 17ª tappa della corsa rosa, partita da Sarnonico e arrivata a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, dopo 208 km. Una vittoria, la prima da 'pro', salutata dall'azzurro con un gesto non proprio da signori - il gesto del'ombrello - e tante lacrime per un successo cercato a lungo.

La bella favola di Pirazzi, che ha preceduto il belga Tim Welens e l'australiano Jay McCarthy, fa sorridere nuovamente il suo team, al terzo successo in questa edizione dopo le imprese di Marco Canola ed Enrico Battaglin, ma che non cancella ancora i veleni piovuti sul Giro dopo quanto accaduto ieri nella Ponte di Legno-Val Martello in merito alla 'safety bike' adottata sulla discesa dello Stelvio.

Ancora nella mattinata di oggi ha tenuto banco la polemica, affrontata da concitati colloqui tra i direttori sportivi infuriati per la vittoria di Quintana e la direzione di gara che si difende sostenendo di non aver mai parlato di neutralizzazione della discesa. La maglia rosa resta addosso al colombiano, che vive una giornata di tranquillità dopo tanta fatica e arriva con il gruppo a più di 15'.

Nella prima parte del percorso, gruppo compatto e nessun corridore in fuga. Bisogna attendere ben 68 km per vedere il primo tentativo: protagonisti Thomas De Gendt e Jos Van Emden. Dopo una decina di km, si unisce ai due battistrada anche Daniel Oss. Il terzetto ha un vantaggio di 1'30" sul gruppo maglia rosa ma al loro inseguimento si fiondano circa una ventina di corridori che riescono ad agguantarli.

Al mischione di testa si aggiunge, poco dopo, anche Marco Frapporti della Androni-Venezuela. Il gruppo di Quintana, che accusa un ritardo di oltre 6', lascia per il momento fare. A 80 km dal traguardo, il distacco tra i 26 al comando e il gruppo della maglia rosa, trainato dalla Movistar, tocca i 10'. Tra i battistrada ci sono Gasparotto, il trionfatore a Rivarolo Canavese Marco Canola, Gatto, Cunego e Felline. Unico sussulto in questa parte lo regala Tim Wellens, che con uno scatto taglia per primo il Gpm di Santo Stefano (quarta categoria), il secondo dei tre previsti dalla tappa odierna. Gradualmente il gruppo di testa di allarga e ai -29 parte lo scatto di De Gendt.

E' proprio il belga, sotto la pioggia, a transitare per primo al muro di Ca' del Poggio, ultimo Gpm della giornata. Proprio qui arriva l'aggancio di Stefano Pirazzi, che porta a frutto il suo inseguimento. Non muta il ritardo del gruppo maglia rosa, che non scende mai sotto i 10'. Matteo Montaguti, Jay Mc Carthy e Tim Wellens si uniscono nel frattempo a De Gendt e Pirazzi, con il vantaggio sugli ex componenti del gruppo di testa iniziale che si porta sui 20".

Negli ultimi 1300 metri, lo scatto vincente dell'azzurro vale una vittoria sudatissima e cercata a lungo. Domani si torna alle salite con la Belluno-Rifugio Panarotta di 171 km. L'occasione per dare l'attacco a Quintana, nella speranza che le polemiche lascino spazio ai gesti tecnici di un Giro che ha ancora molto da dire.

PIRAZZI: "La aspettavo da cinque anni, finalmente è arrivata. Non ne potevo più delle critiche - confessa il corridore della Bardiani - è arrivata al momento opportuno, ero giù di morale. Sapevo che la condizione era in crescendo, mi spiace essere arrivato scarico nelle tre settimane, ma la gamba cresceva". "In Val Martello - continua - ho visto che era il momento giusto per centrare la vittoria". Al traguardo Pirazzi si è lasciato sfuggire il gesto dell'ombrello: "Dopo cinque anni di critiche, ho potuto sfogarmi", così spiega Pirazzi.

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  • pubblicato06.05.2014
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