19-09-2008 13:47

Mondiali di Varese, sognando una vittoria

Parla Franco Ballerini ct della nazionale ciclismo in vista dei mondiali in programma dal 25 al 28 settembre

Tornare a vincere in Italia a quarant'anni di distanza, con un tris, quello di Paolo Bettini, che entrerebbe di diritto nella storia e con lui tutta la spedizione azzurra. Questa la missione, ma anche la scommessa di Franco Ballerini, fiducioso su quello che saranno i risultati dei suoi ragazzi agli attesi Mondiali di ciclismo di Varese, in programma dal 25 al 28 settembre.

Il Grillo avra' tutti gli occhi puntati addosso, specie dopo l'esclusione di gente come Di Luca e Pozzato che ha fatto storcere il naso a molti ma il ct, che di Bettini e' stato anche compagno di squadra ai tempi della Mapei, e' convinto di aver fatto la scelta giusta.

"Quando l'ho conosciuto ho avuto l'impressione di una persona molto sveglia e intelligente, mi piaceva la sua analisi del percorso o di quello che poteva essere lo svolgimento della tappa o della gara - racconta in una videochat su gazzetta.it - Credo che Paolo, nelle corse di un giorno, sia il corridore piu' forte degli ultimi trent'anni. Certo, cosi' forte, cosi' voglioso non me l'aspettavo, e' stata una bella sorpresa".

Del resto il Grillo avra' alle spalle una squadra attrezzata per puntare alla vittoria. "La Nazionale la devi costruire giorno per giorno, guardando il percorso, vedendo i leader che stanno bene, devi fare scelte a favore della squadra - spiega il ct a proposito delle convocazioni - ci possono essere dirigenti che la pensano in maniera diversa ma a me piace fare delle scelte che siano al servizio della squadra, il ciclismo e' uno sport individuale ma ci vogliono i vari corridori e per fare una squadra devi attingere ai vari reparti, devi scegliere un mix di questi corridori per creare la squadra".

Ballerini parla anche della mancata chiamata di Pozzato ("ho grande stima di Filippo ma quest'anno mi e' piaciuto meno, alla Vuelta ha fatto un bel prologo a squadre ma sono sette chilometri in nove corridori e un prologo non puo' valere la maglia azzurra") e soprattutto di Di Luca, l'esclusione che il ct definisce come la "piu' difficile.

Danilo e' un grande corridore ma la condizione di Bettini mi ha fatto spostare l'attenzione su un uomo in piu' di lavoro. Avendo un Bettini cosi' e visto quello che c'e' sul piatto, e cioe' il terzo mondiale consecutivo che sarebbe qualcosa di unico, ho puntato su Paolo. E' un rischio ma e' un rischio che vale la candela, e' giusto rischiare qualcosa per un uomo che ha dato tanto all'Italia e soprattuto per quello che ci ha fatto vedere".

A questo punto non c'era piu' spazio per Di Luca perche', facendo un parallelismo col calcio, "se prendi Inzaghi o gioca in attacco o in panchina, non lo metti in difesa. La mia e' stata una forma di rispetto nei confronti dell'atleta. Vediamo nel prossimo futuro". Anche senza il vincitore del Giro 2007 l'Italia si presenta con tutte le carte in regola per trionfare, anche in caso di giornata storta del Grillo.

"Bettini, se capisce di non sentirsi bene, e' uno che sa fare il doppio lavoro, sa come si riesce a fare il lavoro del gregario - sottolinea ancora il ct - Le alternative ci sono, come Ballan e Cunego. Damiano a Stoccarda ha fatto grandi cose, e' stato ai ruoli ed e' stato importante se non determinante. L'avere una Vuelta di alto livello nelle gambe e' importante.

Ma c'e' sicuramente un Bettini forte, con corridori che hanno fatto grandi prestazioni. Sono ottimista, alla Vuelta abbiamo visto una squadra in condizione, con un leader che ha fatto vedere quanto sta bene". La principale antagonista degli azzurri sara' la Spagna di Contador, Freire e Valverde, che provera' a chiudere l'anno d'oro che ha visto i trionfi della nazionale di calcio, di Nadal e di Sastre al Tour de France.

"Cercheremo di stanarli, ci puo' stare che una volta non vinca - commenta Ballerini - Certo, il fattore cabala ti fa un po' di paura ma sono convinto che ce la giocheremo in tutto e per tutto, la squadra sta bene, e' compatta e la coesione l'abbiamo gia' dimostrata, correre in Italia, poi, e' un valore aggiunto. Ma le corse le fanno i corridori ma non ci siamo solo noi e la Spagna ma anche corridori di nazioni forse meno numerose ma che hanno voglia di tirare fuori la corsa, penso al Lussemburgo dei fratelli Schlek, e li' bisogna essere bravi ad approfittarne".

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