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Pechino 2022

L'incredibile Nils: van der Poel lascia il pattinaggio

Dopo i due ori a Pechino nella pista lunga, lo svedese annuncia a sorpresa: "Tornerò a fare le ultramaratone"
di Stefano Rizzato
È stato il primo van der Poel a vincere un oro olimpico, anzi due, e in pochi l'avrebbero immaginato fino allo scorso giugno. Il nome è Nils, mica Mathieu. Fa o faceva il pattinatore, non il ciclista. È svedese e non olandese.

Ai Giochi olimpici in corso a Pechino, il 6 febbraio, ha vinto i 5.000 metri nel pattinaggio di velocità. Poi ha accusato la federazione olandese di corrompere i tecnici dell'ovale olimpico, cercando di rendere il ghiaccio più duro e quindi favorevole agli atleti orange.

Ma facciamo qualche passo indietro. Nils Van der Poel nasce a Trollhättan, in Svezia, il 25 aprile 1996: il nome lo deve a un nonno paterno olandese. Ma è svedese al cento per cento.

Sul ghiaccio, il ragazzo è uno dei più promettenti prospetti della propria generazione: nel 2014 e 2015, Van der Poel vince i mondiali juniores davanti a un certo Patrick Roest. Proprio lui: quello battuto due volte su due gare ai Giochi olimpici cinesi.

Nel 2018, ai Giochi di PyeongChang, Van der Poel è alla sua prima Olimpiade: fa 14° sui 5.000, manca la qualificazione ai 10.000 metri, la distanza che da sempre sente più affine. A quel punto, molla tutto.

Lo svedese si arruola prima nell'esercito, entrando nelle forze speciali, poi si dedica alle ultra-maratone. A tempo perso, pedala per centinaia di chilometri in bici su e giù per la Svezia.

Nel 2020 Nils Van der Poel torna però al pattinaggio, il primo amore: nei primi 10.000 metri che disputa stravince e fa segnare il record della pista di Inzell, in Germania.

Nel 2021 inizia a lasciare il mondo del pattinaggio a bocca spalancata: vince i mondiali a Heerenveen sui 5.000 metri e sui 10.000, con record del mondo stellare sulla distanza più lunga: 12:32.952. Al livello del mare: qualcosa di inconcepibile, in uno sport che da anni vede tutti i propri record realizzati in altura.

Nella stagione 2021/22 di Coppa del Mondo, Nils Van der Poel - sempre lui - è semplicemente ingiocabile. Vince quattro gare su quattro e fa segnare il nuovo record del mondo anche dei 5.000 metri: 6:01.56. Incredibilmente vicino a infrangere anche il muro dei sei minuti.

Il resto è storia di oggi, anzi di ieri: l'11 febbraio, al National Speed Skating Oval di Pechino, Nils Van der Poel fa alzare tutti in piedi. Diecimila metri partendo forte, alzando poi il ritmo, finendo fortissimo con giri anche sotto i 29 secondi (la pista è di 400 metri).

Il risultato è 12:30.74 per Van der Poel: un altro oro e un record del mondo marcato su un ghiaccio non certo velocissimo, nella gara che regala un bellissimo bronzo a Davide Ghiotto. Gareggiano nella stessa batteria, e si complimentano a vicenda, a fine prova.

Ma qui inizia il meglio. Dopo la gara e la nuova vittoria, Nils Van der Poel pubblica online, a disposizione di tutti, un manuale di 62 pagine intitolato: "Come pattinare un 10.000 (e pure mezzi 10.000)".

È una sorta di diario di allenamento e vita, dal rientro al pattinaggio a oggi. La regola aurea è il 5-2: cinque giorni di allenamento, due di riposo. Dove riposo significa anche andare a fare una pedalata con gli amici, sciare, qualsiasi cosa gli passi per la testa.

Il trattato è scritto in inglese impeccabile, molto dettagliato e di approccio assolutamente scientifico. Anche se l'impressione è che si possa applicare solo e davvero a un fenomeno del suo livello.

Nella prima pagina del suo trattatello, Nils Van der Poel lascia un indizio: "Non sarò io ad abbattere il muro dei sei minuti (sui 5000) e dei 12.30 (sui 10000)".

Il motivo è presto detto: dopo le due medaglie olimpiche di Pechino 2022, all'età di 25 anni Nils Van der Poel lascerà il pattinaggio di velocità. Di nuovo. Ai microfoni di Rai Sport, dopo aver ricevuto la seconda medaglia d'oro, ha spiegato: "Ora tornerò in Svezia, ma non so nemmeno a quale indirizzo. Finirò la stagione, poi tornerò a fare le ultra-maratone o le adventure race (in italiano raid ndr)"

La chiusura è puro Van der Poel: ”È divertente essere me, non sai mai cosa aspettarti dal domani"

					

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