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Piano Figc per il rilancio: 500 milioni di finanziamenti

La Federazione chiede al Governo una serie di aiuti per risollevare il calcio italiano dalla crisi economica legata al Covid-19
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Gabriele Gravina
Una "concessione di garanzie e/o finanziamenti statali in relazione ad un ammontare di debito pari a 500 milioni di euro".

E' quanto propone la la FIGC nel piano con cui prova a chiedere al Governo una serie di aiuti per provare a risollevare il calcio italiano dalla crisi economica legata al Covid-19.

Questi finanziamenti, da vincolare a investimenti virtuosi come infrastrutture, settori giovanili e calcio femminile, dovrebbero essere così ripartiti: 360 milioni alla Serie A, 90 milioni alla Serie B e 60 milioni alla C. Nel documento denominato 'Project Fenice' si richiede inoltre una "sospensione con riscadenzamento delle passività fiscali" (attualmente i debiti tributari sarebbero stimati tra i 400 e i 600 milioni) e la "sospensione dei pagamenti fino al 2024" con una possibile rateizzazione in "8-12 anni".

Come ulteriore sostegno al calcio italiano, viene chiesta "l'introduzione di sgravi fiscali sui contratti" dei calciatori e la possibilità di ottenere di nuovo "introiti derivanti dal giro d'affari delle scommesse sul calcio" attraverso l'introduzione di "un fondo per il rilancio del calcio professionistico"

Viene inoltre richiesta "l'eliminazione del vincoli previsti dal Decreto Dignità con la reintroduzione della possibilità di siglare accordi di sponsorizzazione tra i club e le società" di giochi e scommesse.

Nel documento viene inoltre proposto uno "snellimento dei vincoli procedurali della Legge Melandri" sulla redistribuzione degli introiti derivanti dai diritti tv nazionale internazionali, che allo stato attuale "vincola eccessivamente le modalità di vendita dei diritti rispetto a quelle in vigore negli altri paesi europei".

Per provare ad attrarre talenti dall'estero, poi, si propone "una introduzione di una imposta sostitutiva sui redditi percepiti dal calciatori professionisti volta a ridurre il costo loro dei compensi riconosciuti ai propri tesserati".

Allo stesso tempo viene chiesta anche la "defiscalizzazione di alcuni redditi" percepiti dal calciatori professionisti.

Dal canto suo la Federazione propone di sviluppare misure di controllo, anche settimanali, per promuovere l'autosufficienza economico-finanziaria dei club, attraverso l'introduzione di un limite di spesa in linea con la capacità di generare flussi di cassa.

L'idea è quella di introdurre un Salary cap che permetta ai club un potere di spesa in linea con le proprie capacità. Per chi sfora il tetto salariale, verrebbe introdotta una Luxury tax sul modello della NBA.

Norme tutte in linea con le misure che sta già adottando la Uefa "per limitare i costi dei club e permettere una maggiore auto-sufficienza da parte del Sistema calcio"

					

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