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Donnarumma: "Al Psg per diventare il più forte"

L'ex Milan torna sull'addio ai rossoneri: "Otto anni non si dimenticano, era casa mia ma avevamo ambizioni diverse, io quella di crescere"
Credits © Getty Gigo Donnarumma durante la presentazione al Psg
Gigo Donnarumma durante la presentazione al Psg
Gigio Donnarumma si presenta a Parigi da campione d'Europa e con il titolo di miglior giocatore di Euro2020. Niente male come biglietto di ingresso in "una squadra di fenomeni". Così, in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport.

Il suo Psg che ai tanti campioni già presenti e a nuovi arrivi di primissimo livello, ha aggiunto anche il numero 1: Lionel Messi. "E' incredibile, un autentico colpo di teatro: quando si è saputo del suo addio al Barcellona non potevo immaginare che me lo sarei ritrovato qui, questa è una squadra di fenomeni. Messi si allena già con noi, scarso eh? Sinistro discreto, dovrebbe migliorare col destro", scherza l'ex Milan.

Sull'impresa a Euro2020: "Cinquanta giorni fantastici dall'inizio del ritiro alla finale di Wembley. I ragazzi, quei momenti mi mancano. Ogni tanto vado su youtube, rivivo alcune tappe del nostro percorso e mi emoziono. Con i compagni di Nazionale ci sentiamo spesso o ci scriviamo, abbiamo una chat azzurra. La vittoria è il frutto del lavoro del Mancio, un allenatore incredibile, e di un gruppo che provava piacere a stare insieme. Nessuna pesantezza, zero noia, facevamo le cose di sempre ma con un gusto diverso. Respiravamo unità, e ogni partita, anche se da casa potevate non notarlo, la vivevamo come se fosse l'ultima. E poi Ciro, Lorenzo, io, noi terroni siamo matti e sappiamo come fare gruppo".

Un'estate azzurra fantastica, ma prima i momenti difficili dell'addio al Milan. "Un ricordo spiacevole quando sono uscito la prima volta dall'Olimpico. Quella contestazione, ho cercato di non pensarci troppo. Al Milan sono stato 8 anni, era casa mia, lì ho vissuto momenti bellissimi. Il Milan ancora oggi mi emoziona, ho grande rispetto per le persone che vi lavorano e per i tifosi. Quando ho saputo che il direttore Gazidis stava male gli ho scritto augurandogli di tornare in fretta a Milanello, il suo luogo...Ma la vita è fatta di scelte, avevamo ambizioni diverse. Del Milan resterò per sempre tifoso. Otto anni non si dimenticano, ma avevo bisogno di cambiare per crescere, per migliorare e diventare il più forte. Avvertivo la necessità di nuovi spazi, di nuove realtà".

Già nel 2017 era stato vicino al divorzio e durante gli Europei Under 21 fu ribattezzato "Dollarumma". "Ci sono decisioni che hanno un tempo di maturazione più lungo. Le scelte professionali le ho sempre prese da solo, la mia famiglia mi ha sempre lasciato campo libero e mi ha sostenuto. La stessa cosa ha fatto Raiola. Lui rispetta la volontà dei suoi assistiti al 100%, poi naturalmente fa di tutto per soddisfarne le richieste. Me ne sono andato dal Milan e non avevo contatti con altre squadre, lo giuro, ma ero sicuro che con un buon Europeo qualcuno si sarebbe fatto vivo".

"Quando ho firmato con il Psg il presidente mi ha detto 'Finalmente siamo insieme'. Ora sto benissimo, sono molto rilassato, l'anno scorso la squadra non ha vinto la Ligue1, ma il vero obiettivo è un altro, la Champions - racconta Donnarumma -.  Parigi mi ha sempre cercato, ma prima la priorità era il Milan. Oggi anche grazie al Milan mi sento più sicuro, maturo, e sono migliorato tecnicamente. Gigi Ragno e Nelson Dida hanno insistito parecchio sul lavoro con i piedi e su particolari che tengo per me".

Un veterano di appena 22 anni. "Ho il vissuto di uno di 30", dice il portiere che viene considerato l'erede di Buffon. "Gigi è una forza della natura. L'ho sentito tante volte nei giorni scorsi, ci siamo scritti. Non molla di un centimetro, l'ho visto col Sassuolo, in porta sta ancora benissimo, ha fatto due grandi parate. Fisicamente e' una meraviglia, e' un modello inimitabile".

Al Psg trova Keylor Navas, ottimo portiere con un contratto di tre anni. "Uno stimolo in più", una sfida che lo "affascina" dice Donnarumma che non vede una A ridimensionata nonostante le partenze eccellenti. "E' ancora uno dei primi tre tornei europei ed è super competitiva. Ricordo che il calcio italiano è campione d'Europa con Bonucci, Chiellini, Insigne, Di Lorenzo, Locatelli, Pessina, Immobile, Barella, gente che sarà protagonista anche quest'anno. Mancini ha dimostrato che facendo star bene mentalmente e fisicamente i giocatori si possono ottenere spettacolo e risultati. Se si può essere ancora giocatori-bandiera? Certo. Ma bisogna condividere gli stessi programmi, avere ambizioni e prospettive simili".

					

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