"La Nazionale rappresenta un patrimonio di tutti gli italiani, per la prima volta abbiamo aperto le porte del ritiro azzurro ai tifosi". Lo ha detto Gabriele Gravina, presidente della FIGC, nel corso della conferenza stampa di presentazione di 'Sogno Azzurro', la prima docuserie sulla nazionale in onda dal 7 giugno sulla Rai in vista degli Europei.
"Dopo il minimo storico di Italia-Svezia nel 2017 abbiamo lottato strenuamente per combattere quella disaffezione e quel momento di depressione. Lo abbiamo fatto con una strategia mirata, rilanciando il club Italia puntando sui giovani e sul loro entusiasmo. Ringrazio i calciatori e lo staff tecnico con Roberto Mancini in primis, come anche l'U21 e la nazionale femminile".
Parlando del rapporto di collaborazione con la Rai, Gravina ha ricordato che "il 25 marzo del 1928 ci fu la prima radiocronaca di Italia-Ungheria, un compleanno di grande collaborazione con la trasmissione di 30 Campionati del Mondo e 15 Europei". Un progetto nato anche dalla volontà da parte della Federazione "di dimostrare vicinanza e testimonianza in un momento di grande sofferenza durante questo anno di pandemia". "Tutto questo doveva essere raccontato nel miglior modo possibile, così è nato questo progetto realizzato grazie alla disponibilità di tutti i giocatori e lo staff nonostante le difficoltà".
"Sogno Azzurro è un sogno che coinvolge gli italiani sparsi in tutto il mondo, a cui per la prima volta abbiamo aperto lo spogliatoio della nazionale", ha concluso Gravina.
Roberto Mancini: "E' stata una cosa molto bella, all'inizio non è stato semplice avere persone nello spogliatoio nei momenti cruciali di una partita. Ma alla fine sono diventati parte della nostra famiglia e ci siamo divertiti. Sarà emozionante per i tifosi vivere quello che accade nello spogliatoio, le gioie e le emozioni. Poi speriamo che sarà di buon auspicio anche per il nostro futuro agli Europei".
L'amministratore delegato Rai Fabrizio Salini: "Siamo in presenza di un progetto unico, di una visione da parte della Federazione e soprattutto di un contenuto che rafforza ancora di più il rapporto tra la Nazionale e la Rai. Questo prodotto non vorrei fosse giudicato solo per ciò che è, ma che si vada oltre. In questo periodo quello che manca a tutti è la prossimità, la possibilità di stare accanto a qualcuno. Per la prima volta al mondo grazie alla Federazione un prodotto televisivo racconta tutto questo, entrando laddove prima non si poteva entrare, in prossimità di un evento come l'Europeo. Ancora una volta la Rai, raccontando il calcio il maniera innovativa, ha raggiunto una delle sue mission principali: la coesione sociale".
"E' un progetto che raccoglie tante 'prime volte', che cambia prospettiva - ha aggiunto Pierluigi Colantoni, direttore Sviluppo Nuovi Formati Rai - In questa docuserie non si vedranno finzioni, permettendo quella inclusione affatto scontata. Il format è la preparazione del viaggio che diventa tale ed ogni episodio avrà un tema: il primo sarà quello della costruzione di un gruppo".
Gianluca Vialli: "Lo sport è un mondo conservatore, i suoi valori vanno difesi e protetti come lo sono da secoli. Ma oggi lo sport è anche un'industria, è intrattenimento, per regalare alla gente emozione e ricordi. Una volta si poteva andare solo allo stadio, poi si leggevano i giornali, quindi sono arrivate la radio e le televisioni. Oggi la partita è un evento, nell'era dei social continuiamo ad evolverci e la gente vuole di più. Vuole qualcosa mai vista prima, il back stage e l'immagine rubata nello spogliatoio. E' giusto che sia così, giocatori staff e Figc sono pronti".
Per Vialli "il segreto è sempre trovare un equilibrio nello scegliere cosa si può vedere, ma la gente potrà farsi una idea su quello che accade dietro le quinte. Il nostro obiettivo è vincere le partite, i giocatori possono essere distratti ma fino ad un certo punto".
"Sarà un progetto emozionante, mi auguro che il quinto episodio possa uscire in estate per raccontare una avventura meravigliosa vissuta insieme a giugno", ha concluso l'ex centravanti azzurro.
"Dopo il minimo storico di Italia-Svezia nel 2017 abbiamo lottato strenuamente per combattere quella disaffezione e quel momento di depressione. Lo abbiamo fatto con una strategia mirata, rilanciando il club Italia puntando sui giovani e sul loro entusiasmo. Ringrazio i calciatori e lo staff tecnico con Roberto Mancini in primis, come anche l'U21 e la nazionale femminile".
Parlando del rapporto di collaborazione con la Rai, Gravina ha ricordato che "il 25 marzo del 1928 ci fu la prima radiocronaca di Italia-Ungheria, un compleanno di grande collaborazione con la trasmissione di 30 Campionati del Mondo e 15 Europei". Un progetto nato anche dalla volontà da parte della Federazione "di dimostrare vicinanza e testimonianza in un momento di grande sofferenza durante questo anno di pandemia". "Tutto questo doveva essere raccontato nel miglior modo possibile, così è nato questo progetto realizzato grazie alla disponibilità di tutti i giocatori e lo staff nonostante le difficoltà".
"Sogno Azzurro è un sogno che coinvolge gli italiani sparsi in tutto il mondo, a cui per la prima volta abbiamo aperto lo spogliatoio della nazionale", ha concluso Gravina.
Roberto Mancini: "E' stata una cosa molto bella, all'inizio non è stato semplice avere persone nello spogliatoio nei momenti cruciali di una partita. Ma alla fine sono diventati parte della nostra famiglia e ci siamo divertiti. Sarà emozionante per i tifosi vivere quello che accade nello spogliatoio, le gioie e le emozioni. Poi speriamo che sarà di buon auspicio anche per il nostro futuro agli Europei".
L'amministratore delegato Rai Fabrizio Salini: "Siamo in presenza di un progetto unico, di una visione da parte della Federazione e soprattutto di un contenuto che rafforza ancora di più il rapporto tra la Nazionale e la Rai. Questo prodotto non vorrei fosse giudicato solo per ciò che è, ma che si vada oltre. In questo periodo quello che manca a tutti è la prossimità, la possibilità di stare accanto a qualcuno. Per la prima volta al mondo grazie alla Federazione un prodotto televisivo racconta tutto questo, entrando laddove prima non si poteva entrare, in prossimità di un evento come l'Europeo. Ancora una volta la Rai, raccontando il calcio il maniera innovativa, ha raggiunto una delle sue mission principali: la coesione sociale".
"E' un progetto che raccoglie tante 'prime volte', che cambia prospettiva - ha aggiunto Pierluigi Colantoni, direttore Sviluppo Nuovi Formati Rai - In questa docuserie non si vedranno finzioni, permettendo quella inclusione affatto scontata. Il format è la preparazione del viaggio che diventa tale ed ogni episodio avrà un tema: il primo sarà quello della costruzione di un gruppo".
Gianluca Vialli: "Lo sport è un mondo conservatore, i suoi valori vanno difesi e protetti come lo sono da secoli. Ma oggi lo sport è anche un'industria, è intrattenimento, per regalare alla gente emozione e ricordi. Una volta si poteva andare solo allo stadio, poi si leggevano i giornali, quindi sono arrivate la radio e le televisioni. Oggi la partita è un evento, nell'era dei social continuiamo ad evolverci e la gente vuole di più. Vuole qualcosa mai vista prima, il back stage e l'immagine rubata nello spogliatoio. E' giusto che sia così, giocatori staff e Figc sono pronti".
Per Vialli "il segreto è sempre trovare un equilibrio nello scegliere cosa si può vedere, ma la gente potrà farsi una idea su quello che accade dietro le quinte. Il nostro obiettivo è vincere le partite, i giocatori possono essere distratti ma fino ad un certo punto".
"Sarà un progetto emozionante, mi auguro che il quinto episodio possa uscire in estate per raccontare una avventura meravigliosa vissuta insieme a giugno", ha concluso l'ex centravanti azzurro.