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Tokyo 2020, contro il virus cerimonie dimezzate

Ad annunciarlo gli organizzatori: "È necessario riconsiderare il numero degli atleti presenti per apertura e chiusura dei Giochi"
di Stefano Rizzato
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Come saranno i Giochi in una bolla? A poco più di sei mesi dalla prima Olimpiade dispari della storia, i dubbi sono ormai pochi: saranno ben diversi da quelli cui siamo abituati. Anche le cerimonie d'apertura e chiusura sono destinate a piegarsi ai tempi pandemici. Con una presenza di atleti contingentata e dimezzata per evitare guai.

Ad annunciarlo, lunedì, è il comitato organizzatore nipponico: per ridurre i rischi legati al COVID-19, si pensa di limitare e sostanzialmente dimezzare il numero di sportivi cui sarà concesso sfilare durante le cerimonie olimpiche.

"Per assicurare la sicurezza e la salute degli atleti e per semplificare le operazioni - spiegano i vertici di Tokyo 2020 - crediamo sia necessario riconsiderare il numero di partecipanti alle cerimonie di apertura e chiusura e rivedere le modalità per il loro ingresso allo stadio".

Nei giorni della seconda ondata e del record assoluto di contagi da coronavirus per Tokyo e il Giappone, le preoccupazioni tornano ad aumentare anche intorno al massimo evento sportivo, quello chiamato a marcare la rinascita globale.

Per le cerimonie si parla di migliaia di atleti in meno, un numero quasi dimezzato rispetto allo schema originario. Sono infatti oltre 11mila i partecipanti attesi ai Giochi, tutti protetti da una bolla che limiterà anche il loro tempo di permanenza al villaggio olimpico. Secondo indiscrezioni del quotidiano nipponico Yomiuri Shimbun, gli atleti che potranno sfilare allo Stadio Olimpico, il prossimo 23 luglio, saranno non più di seimila.

					

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