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Collina: "Orgoglioso di essere il n.1"

Per France Football il presidente della Commissione arbitri della Fifa e' il migliore della storia
Credits © Getty Pierluigi Collina
Pierluigi Collina
Pierluigi Collina "Fischietto d'oro".

Per France Football il 60enne presidente della Commissione arbitri della Fifa, e' il migliore della storia. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il numero 1 dei direttori di gara ammette orgoglioso.

"C'e' una grande differenza tra avere un riconoscimento quando sei in attivita' (e' stato votato per anni come miglior arbitro del mondo) rispetto a riceverlo ora, quando ho smesso da 15 anni. Oggi e' un premio per qualcosa che hai fatto: niente e nessuno te lo puo' togliere. Lo vivo con soddisfazione, orgoglio e un po' di nostalgia. Mi fa tornare in mente qualcosa che mi piaceva molto: stare in campo".

"Quando sei in attivita' il premio come migliore e' un'ulteriore responsabilita'. La gente si aspetta sempre il massimo. Mi e' capitato di arbitrare il mercoledi' ManUtd-Real di Champions e il sabato dirigere una partita di serie B. Uno, in quella posizione, potrebbe entrare in campo e dire: 'Oggi me la prendo comoda'. E invece non puoi farlo. Non e' facile ma nemmeno per i grandi giocatori e' facile garantire ogni due-tre giorni prestazioni al top".

Complicato scegliere la partita piu' difficile mai diretta. "Cos'e' difficile? Quello che ha una grande importanza? Allora la finale del Mondiale o della Champions sono due gare difficili. Importanza significa conseguenze, per le squadre e anche per l'arbitro. Se invece la difficolta' dipende dal contesto ambientale allora paradossalmente la finale del Mondiale e' meno difficile di un match di Interregionale: li' a seconda del risultato il rischio era anche fisico. Poi c'e' la difficolta' tecnica del match. Arbitrare il Foggia di Zeman era difficile, con il portiere Mancini che calciava lungo per Signori, Rambaudi e Baiano: i tre partivano come missili e seguire lo sviluppo dell'azione era complicato".

Tra i direttori di gara emergenti c'e' Stephanie Frappart, prima donna ad arbitrare nella Champions maschile. "Vorrei fosse visto come una cosa normale. Se un arbitro ha le qualita', deve poterle sfruttare a prescindere se sia uomo o donna. Se c'e' qualita' il resto non deve contare. Mi piacerebbe parlare di arbitri senza dover declinare la parola al maschile o al femminile. Spero che in futuro ci siano altre Frappart e che questo non costituisca piu' una stranezza o una notizia". Per Collina le modifiche regolamentari piu' importanti degli ultimi due anni sono stati "il calcio di rinvio da giocare dentro l'area (molto positivo) e il considerare punibile il fallo di mano, anche se involontario, immediatamente prima di un gol".

Il punto e' che non sempre e' facile distinguere tra volontarieta' e involontarieta'. "Quante volte un giocatore colpisce volontariamente il pallone all'interno della propria area di rigore? Quasi mai. La stragrande maggioranza sono braccia in posizione non giustificata, dove non c'e' la volontarieta', ma una responsabilita' colposa. Gli arbitri devono capire se un movimento e' funzionale o meno al gesto compiuto. A volte un braccio a 30 centimetri dal corpo e' naturale, altre potrebbe non esserlo. Spetta all'arbitro giudicarlo".

Una delle critiche piu' ricorrenti per la Var e' per i tempi di attesa. "In altri sport la pausa e' vissuta in maniera normale. L'obiettivo a cui lavoriamo e' ridurre i tempi di attesa, ma e' difficile abbinare fretta e qualita'. Alla fine quello che conta e' che la decisione sia giusta".

Il 2020 ha portato via grandi campioni: Maradona, Rossi, Bryant. "Diversi nella grandezza. Rossi era un grande nella sua apparente normalita', in campo e fuori. La grandezza di Kobe era talento unito a un'attenzione maniacale a ogni dettaglio. Maradona era l'opposto, come riuscire a essere grande 'nonostante' il resto".

Per il nuovo anno l'augurio migliore di Collina "e' avere un 2021 normale, sarebbe gia' sufficiente".

					

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