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Barça guida la Deloitte Money League, ma i club in perdita per 2 miliardi

Juventus decima e prima delle italiane, Milan e Roma fuori dalla Top20
Credits © Ansa Camp Nou
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Il Barcellona in testa davanti a Real Madrid e Bayern Monaco, la Juventus si conferma prima tra le squadre italiane con la decima posizione, ma la pandemia costerà ai club oltre due miliardi di euro di ricavi entro la fine della stagione 2020/21.

Lo Sports Business Group di Deloitte pubblica la 24esima edizione della Football Money League, che fotografa i top 20 club per fatturato del calcio mondiale analizzando l'andamento dei ricavi in un contesto economico e sociale fortemente condizionato dalla pandemia.

La industry del calcio sta vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia, a causa di una molteplicità di fattori: l'assenza dei tifosi dagli stadi, il rinvio e la cancellazione delle partite, gli sconti concessi ai broadcaster e la necessità di soddisfare i partner commerciali.

Ecco perchè, sebbene la top 20 mondiale dei club abbia generato 8,2 miliardi di euro di ricavi complessivi nel 2019/20, si registra un calo del -12% rispetto alla stagione precedente (9,3 miliardi di euro). La contrazione è dovuta principalmente a una riduzione di 937 milioni di euro (-23%) dei proventi dei diritti televisivi, un crollo di 257 milioni di euro (-17%) dei ricavi da stadio, solo parzialmente compensati da un aumento di 105 milioni di euro (+3%) dei ricavi commerciali, che riflette l'inizio di alcune importanti partnership.

I primi 20 club hanno generato in media 409 milioni di euro di fatturato, un calo di 55 milioni di euro rispetto al 2018/19 (464 mln). Ciò detto, la composizione della Money League è rimasta sostanzialmente coerente con gli anni precedenti. I club che compongono la top ten rimangono invariati, mentre 18 società su 20 erano presenti nella Money League dello scorso anno.

Il Barcellona resta prima a 715,1 milioni di euro, appena davanti al Real Madrid (714,9 mln), ma quello blaugrana è il secondo club della Money League per calo delle entrate in termini assoluti, dopo un anno record (2018/19), quando diventò il primo a superare la soglia degli 800 milioni di euro ricavi (840,8 milioni di euro).

Il Bayern Monaco (634,1 milioni di euro) campione d'Europa è salito al terzo posto facendo segnare la minor flessione delle entrate (-4%) nella top 10 e scavalcando il Manchester United, che invece ha generato ricavi per 580,4 milioni di euro, segnando la maggiore contrazione delle entrate (131,1 milioni di euro, -19%).

Il Liverpool, invece, è entrato nella top 5 per la prima volta dal 2001/02, con un fatturato di 558,6 milioni di euro. A seguire Manchester City (549,2 mln), Psg (540,6 mln), Chelsea (469,7 mln), Tottenham (445,7 mln) e Juventus, decima con 397,9 milioni di euro.

Per i bianconeri -13% rispetto al 2019 ma soprattutto -36% dei ricavi da matchday, che è il più grande calo percentuale tra tutti i club della Money League. L'Inter resta al 14esimo posto con 291,5 mln di ricavi, in calo del -20% mentre il Napoli, al 19esimo posto, ha registrato un fatturato pari 176,3 mln, in flessione del -15% rispetto al 2019. Fuori dalla Top 20 il Milan, trentesimo a quota 148 mln, mentre la Roma esce dalla top 30, dopo il 16° posto nell'edizione precedente, in gran parte a causa della mancata qualificazione alla Champions League.

Tornando alla classifica generale, solo due club nella top 20 di Money League, Zenit ed Everton, hanno registrato un aumento dei ricavi. Ma sono delle eccezioni. Lo Sports Business Group di Deloitte stima che i club della Money League, entro la fine della stagione 2020/21, avranno perso oltre 2 miliardi di euro in termini di mancate entrate.

Gli eventi dell'anno scorso hanno messo a dura prova la capacità dei club di aumentare i propri ricavi, e il percorso di rilancio della industry del calcio dipenderà in larga parte dall'andamento della pandemia e dal rientro dei tifosi negli stadi.

Inoltre, l'impatto finanziario dell'emergenza Covid-19 potrebbe tenere partner commerciali e radiotelevisivi in uno stato di incertezza, costringendoli a riconsiderare il loro investimento nel mondo dello sport.

Allo stesso tempo, però, la pandemia ha evidenziato l'importanza dello sport per le comunità e la società nel suo complesso, elementi chiave agli occhi di emittenti e sponsor. Ecco perchè, per ripartire dopo la pandemia, i club devono ripensare e riequilibrare i loro modelli di business. In questo senso, il focus sulle competenze digitali è sempre più strategico poiché l'interazione digitale è oggi quasi l'unico strumento su cui i club possono fare leva per coinvolgere tifosi e dipendenti.

					

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