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Schwazer: "Tokyo? Io ci spero"

Il marciatore di Vipiteno: "Dal 20 dicembre aspetto la parola finale del giudice, io posso solo tenermi in forma"
Credits © Getty Alex Schwazer
Alex Schwazer
"Il 20 dicembre sono scaduti i tempi di opposizione per quanto riguarda la richiesta di archiviazione della procura di Bolzano e quindi dal 20 dicembre io aspetto la parola finale del giudice". In attesa della sentenza che potrebbe riaprire i giochi, Alex Schwazer torna a parlare della sua lunga vicenda riguardante la squalifica per doping.

"Da quando sono rimasto a casa dalle Olimpiadi di Rio, mi sono posto l'obiettivo di fare chiarezza su questa mia positività e a un certo punto, visto che le cose si stavano mettendo in una certa maniera, ho pian piano cominciato a tenermi in forma perché io vorrei chiudere la mia carriera come voglio io, non magari come lo volevano altri" spiega il 36enne marciatore di Vipiteno, oro olimpico della 50 Km a Pechino 2008.

"Per fare questo chiaramente uno si deve tenere un minimo in forma perché se io adesso per quattro anni non mi alleno più, nel mio sport è impossibile tornare a un discreto livello. Per tenere accesa questa speranza di tornare alle gare, mi sono posto questo piccolo obiettivo, di tenermi in forma".

Il suo sogno è partecipare ai Giochi di Tokyo, dopo aver saltato per squalifica sia Londra che Rio: "L'unica cosa che io possa fare è tenermi in una forma discreta, niente di più. Poi sono altre persone che dovranno decidere. Io non so come andrà a finire questa cosa della squalifica sportiva, io ci spero, però sicuramente ci sono anche probabilità che la squalifica resti quella che è attualmente".

Dopo tutti questi anni di accadimenti giudiziari,  Schwazer ammette di non aver cambiato idea circa la possibilità di un complotto ai suoi danni: "Abbiamo fatto una denuncia contro ignoti perché non è possibile che queste urine che sono partite da casa mia e sono partite negative, perché se uno non si dopa non possono essere positive, poi a un certo punto risultano positive; sicuramente qualcosa è successo. Io ho sempre detto che probabilmente devo pagare per qualcosa. Un nemico unico per entrambi i casi? No, quello no. Secondo me ci sono vari interessi che hanno portato a questa situazione, interessi che non vanno solo contro di me, ma anche contro il mio allenatore (Sandro Donati, ndr)".

					

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