Motori

MotoGp

Marquez: "Quando torno dovrò essere al 100%"

"Il mio corpo deve essere pronto a correre gli stessi rischi perché è il mio Dna"
Credits © Getty Marc Marquez
Marc Marquez
"Quando torno devo essere pronto ad andare al 100%, il mio corpo deve essere pronto a correre gli stessi rischi perche' e' il mio Dna ed e' cio' che mi ha portato a raggiungere quello che ho ottenuto e a commettere gli errori che ho fatto. Ma alla fine le due cose si compensano".

A parlare e' Marc Marquez, pluri-iridato della motoGp, nuovamente operato di recente al braccio destro.

"Quest'anno mi ha insegnato tante cose, a partire dal mio infortunio al braccio. Il mio ritorno è stato affrettato, perché è vero che mi sono rotto la placca al braccio aprendo una portafinestra in casa che ho in giardino, ma è altrettanto ovvio che non si è rotta per quel movimento ma per averla stressata durante il ritorno in moto a Jerez. Quello fu un errore da cui ho imparato".

"Noi piloti abbiamo una virtù che a volte è un difetto, non abbiamo paura e quindi ci servono dottori per farci ragionare e frenarci. Alla fine sono andato a Jerez convinto che la placca avrebbe resistito e che tutto era a posto perché così mi avevano detto. Sono stato il primo a chiedere se fosse tutto ok perché sono coraggioso, ma non incosciente. Se mi avessero detto che la placca avrebbe potuto rompersi, non sarei salito in moto", ha proseguito l'otto volte campione del Mondo che per questa stagione invece è rimasto ai box di un Mondiale finito al connazionale John Mir.

"E' stato il piu' regolare ed e' diventato meritatamente campione del mondo perche' in questo mondiale sembrava che la costanza fosse la cosa piu' importante - sottolinea il 27enne fuoriclasse spagnolo della Honda - Senza fare cose dell'altro mondo, ha finito per conquistare il campionato e penso che, al suo secondo anno di MotoGP, sia di enorme valore diventare gia' campione. Tra i favoriti teorici che c'erano o tra quelli che sembravano piu' adatti per il titolo, lui senza fare tanto rumore ha finito per conquistare questo mondiale".

Per Marquez, l'iridato della Suzuki non e' certo destinato ad essere una meteora: "Dovra' lottare ancora per il Mondiale e lo fara' perche' ha talento, come ha dimostrato. Logicamente cerchero' di impedirgli di vincere ancora, vedremo se riusciro'".

La scuderia rivelazione di questo Mondiale e' stata la Ktm: "Penso sia il team che e' cresciuto di piu', la Suzuki si percepiva gia' l'anno scorso, visto che aveva vinto gare e quest'anno ha quasi infilato la tripla corona... Espargaro? Non vedo l'ora che Pol provi la Honda perche' ora stava facendo grandi gare con la Ktm quindi, essendo la nostra una moto vincente, dovra' salire regolarmente sul podio. Sara' interessante, e' una buona scelta per la Honda, per Pol invece non lo so, ma non gli ho chiesto se potrebbe avere dei rimpianti: vedendo come sta andando adesso la Ktm, non vorrei dicesse 'perche' non sono rimasto?'".

Vedere in pista il fratello Alex lo ha reso "molto felice. Ma a parte questo, ho sofferto molto a guardarlo. Ho visto le gare assieme a mio cugino e ad un amico ed ho sofferto perche', a inizio stagione, ha fatto molta fatica. La Honda pero' costa in termini di approccio - conclude Marquez - perche' e' difficile capirla come moto e gestirla".

					

Potrebbero interessarti anche...


					

Altri articoli da Motori