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Enrico Chiesa: "Per i 50 anni sogno il ritorno alla normalità"

"L'unico rimpianto è stato l'infortunio con la Fiorentina, ero al culmine della carriera"
Credits © Getty Enrico Chiesa
Enrico Chiesa
"Cinquant'anni sono tanti, non sono pochi. Sono a meta'. Gli anni che sono passati sono stati belli ma ogni giorno che passa e' un giorno in piu' di vecchiaia. L'importante e' passarli bene".

Enrico Chiesa martedi' 29 dicembre tagliera' il traguardo dei 50 anni e, in un'intervista rilasciata all'Italpress ne parla con realismo e ironia, caratteristiche che hanno contraddistinto da sempre la sua vita di uomo prima e calciatore poi.

"Stiamo vivendo tutti un momento unico a causa di questa pandemia, viviamo ormai almeno da marzo una situazione veramente particolare e questo mi fa dire che i 50 anni siano un traguardo importante, speriamo di superarlo bene e poi vedremo. L'augurio piu' grande che posso fare e' che si possa tornare tutti alla normalita' perche' e' una situazione molto difficile per il Paese, il Covid e' qualcosa di pericoloso".

Una carriera calcistica costellata da tante soddisfazioni sia a livello personale che di club, con vette toccate con la Coppa Uefa vinta con il Parma nella stagione 1998-99 e due Coppa Italia, una sempre conquistata con i ducali, e una con la Fiorentina. Chiesa sostiene di non avere rimpianti nella vita legata al mondo del pallone, se non uno.

"L'unico dispiacere, se devo essere sincero, e' stato l'infortunio subito a Firenze - dice il classe '70 nativo di Genova - Il resto credo che sia un percorso della vita, di quotidianita' del calcio e del nostro mestiere. Puoi andare in una squadra piuttosto che in un'altra ma rimpianti non ne ho. Sono contento di quello che ho fatto".

"L'unico rimpianto e' che al culmine della mia carriera, dopo cinque giornate di campionato ero capocannoniere, poi mi sono fatto male. Tutti poi sappiamo come sia andata a finire con la Fiorentina. Io credo che certe cose possano essere messe in preventivo, ma l'infortunio toglie tutto il resto perche' ero al culmine della mia carriera a 30 anni, c'era all'orizzonte il Mondiale in Corea e Giappone e a Firenze stavo meravigliosamente bene. Per il resto sono contento di quello che ho fatto, ho giocato nelle squadre piu' forti, con l'obiettivo di vincere lo scudetto, ma anche per la salvezza a Siena, e non mi posso lamentare".

"Ho cercato di fare il possibile. Sicuramente quando hai un infortunio al tendine rotuleo a 30 anni, beh questo ti cambia la vita e il modo di giocare. Dopo l'infortunio tutti i compagni ti rincuorano, tutti ti dicono: 'Vedrai che tornerai al meglio', ma dentro di te lo sai benissimo che non e' cosi'. Tutto cambia perche' viene toccato il motore e non e' che sostituendolo riprendi come prima".

"Credo che ogni allenatore che ho avuto mi abbia sempre dato qualcosa, sia quelli con cui ho vinto che gli altri. Ho avuto tutti i piu' grandi tecnici italiani. Mi manca qualcuno che non mi ha potuto allenare come Lippi o Capello, che sono stati i top in Europa, sarei stato curioso di lavorare con loro ma tutti mi hanno dato qualcosa. Penso anche a Gigi Simoni che non c'e' piu' e mi piange il cuore perche' e' venuto a mancare una grandissima persona".

Chiesa conosce bene l'attuale commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini. "Rappresenta tanto per me, ha fatto parte del percorso della mia vita con continuita': ci siamo conosciuti quando avevo 18 anni ed e' stato mio compagno di squadra, mio allenatore e adesso e' il ct della Nazionale. La soddisfazione per un calciatore e' aver giocato con i piu' grandi attaccanti al mondo. Se vinci poi completi la cosa ovviamente".

Prima di appendere gli scarpini al chiodo ha trascorso due anni molto belli a Figline, mentre in precedenza era stato a Siena in una tappa della vita che e' stata per lui divertimento, ancora tanti gol e miracoli sportivi a ripetizione.

A Siena ci siamo salvati per cinque anni di fila - ha concluso Chiesa -. Come li chiamavamo col presidente De Luca erano i nostri scudetti. E' stata una parentesi finale della mia carriera meravigliosa: persone straordinarie, compagni straordinari, tifosi unici. Tutto questo mi ha dato una soddisfazione immensa, non ero piu' quello di prima, me ne sono fatto una ragione e sono stato ripagato con grandi soddisfazione del dispiacere dell'infortunio subi'to anni prima".

L'ex bomber si appresta a tagliare il traguardo dei 50 anni, intanto un altro Chiesa, Federico, sta scrivendo la sua di storia...

					

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