Calcio

Pioli: "Siamo a metà della salita"

"Ora sappiamo a che livello possiamo competere. Ibra? Un'ira di Dio"
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"Abbiamo centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati in questa prima fase di stagione ovvero passare i preliminari, passare il girone di Europa League ed essere in testa alla classifica dell'anno solare. Non ci dà nessun trofeo ma credo che ci faccia capire di che livello possiamo essere e a quale livello possiamo competere": l'allenatore del Milan Stefano Pioli legge così gli straordinari risultati ottenuti dalla squadra rossonera.

Molto però è ancora da fare. "Siamo a metà della salita che è ancora lunga e ripida.Dobbiamo continuare a pensare partita per partita, giocare un calcio propositivo. Ci sarà tempo e spazio per cercare altro". 

Una rimonta iniziata appendendo la classifica nello spogliatoio. Un gesto che ha cambiato l'approccio dei giocatori capaci così di ottenere nel 2020 79 punti in 35 partite: "E'stato un anno gratificante, alleno in un grande club ed un gruppo di ragazzi che mi piacciono tanto. Per i loro comportamenti, perché pur essendo così giovani sono molto responsabili perché ci troviamo anche in una situazione molto particolare e complicata per loro. Il primo giorno che sono arrivato a Milanello mi sono sentito bene, con tutti. Qui c'è il meglio possibile per lavorare bene. Dobbiamo continuare su così, puntando al massimo e possiamo toglierci delle grandi soddisfazioni".

I segreti del suo successo rossonero passano soprattutto da Zlatan Ibrahimovic. Un primo incontro a Milanello, in cui Pioli ha capito che lo svedese è "di poche parole ma intelligente e simpatico" e che quando scende in campo è "un'ira di Dio".

"Ha sempre la battuta giusta, sa sempre motivare i compagni nel modo giusto. Poi chiaro che in campo li sproni con veemenza, ma sa anche parlare con i toni giusti. Sa capire i momenti".

C'è stato un momento, però, in cui Ibrahimovic sembrava deciso a lasciare il Milan, perché gli mancava la famiglia. "Zlatan ho imparato a conoscerlo e ho capito - racconta Pioli - che ci sono dei momenti in cui va lasciato solo. Il giorno seguente gli dissi che il nostro lavoro insieme era appena cominciato e che avevamo fatto tanto, che aveva dimostrato di essere ancora un campione e che non poteva finire in quel modo e che sia io sia la società avremmo fatto di tutto per trattenerlo".

					

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