Ciclismo

Una cordata per salvare i cimeli di Pantani

La proposta nasce a Imola: acquistare all’asta bici e oggetti riemersi dal fallimento della Mercatone Uno e riunirli in un museo
di Stefano Rizzato
Credits © Raisport  I cimeli del Pirata da salvare
I cimeli del Pirata da salvare

Esistono cose cui il cuore rifiuta di dare un prezzo: frammenti di un mito, oggetti che rappresentano momenti e traiettorie irripetibili. Bici, maglie, trofei, opere d’arte legati alla folgorante e dolorosa storia di Marco Pantani.

Oggetti che un prezzo, però, sono destinati ad averlo: i trentasette lotti di cimeli legati in gran parte al Pirata andranno all’asta mercoledì 9 dicembre. E rischiano di finire dispersi.

Tra i lotti spicca una delle biciclette usate da Pantani nel corso del suo ultimo Tour de France, quello del 2000. È la Grande Boucle del doppio schiaffo a Lance Armstrong, sul Mont Ventoux prima e a Courchevel poi. Valore atteso: tra i 25 e i 30mila euro.
 
E poi c’è la bici dei Giochi olimpici di Sydney 2000, e ancora trofei e maglie: anche quelle del 1998 e dell’accoppiata Giro-Tour, che il Pirata è stato l’ultimo a saper centrare.
 
Una piccola ma importante collezione messa insieme prima da Luciano Pezzi, lo storico manager della squadra Mercatone Uno, e poi dal figlio Fausto. Nel 2002 i cimeli vengono ceduti in comodato d’uso all’azienda Mercatone Uno, per essere esposti nella sede di Imola. Lì rimangono fino al fallimento del colosso del mobile e fino a che - per un cavillo legale - bici, maglie e trofei diventano di fatto proprietà dell’azienda. Beni utili per fare cassa e onorare una parte dei debiti rimasti.
 
L’asta che li riguarda, insieme a decine di oggetti di altri sport, è in programma sul sito astebolaffi.it il prossimo 9 dicembre.
Ecco allora l’idea, che parte proprio da Imola: salvare i ricordi del Pirata con una cordata. Creare un comitato di aziende, associazioni e privati per unire le forze, partecipare all’asta, aggiudicarsi più oggetti possibili. E cederli poi ad un museo, magari lo «Spazio Pantani» di Cesenatico, tempio della passione per lo scalatore venuto dal mare.
 
La proposta nasce da Confabitare Imola: per aderire basta inviare un’email a imola@confabitare.it indicando la propria intenzione a contribuire e la somma che si intende mettere a disposizione. Il tempo stringe, ma l’iniziativa ha già trovato l’appoggio del Comune di Imola.
A unirsi all’appello non solo sindaco e assessore, ma anche un ragazzo come Filippo Baroncini: talento classe 2000 proprio come le due famose bici all’asta. Perché la storia del Pirata appassiona anche chi all’epoca non c’era.

					

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