Calcio

Conte: "Dovremo uscire dal campo senza rimpianti"

Il tecnico nerazzurro alla vigilia della delicata sfida contro il Gladbach: "Critiche ingiuste dopo il Real, contento dell'Inter"
"Dovremo dare il massimo e uscire dal campo senza rimpianti": è questo il messaggio che arriva da Antonio Conte alla vigilia della sfida contro il Borussia Moenchengladbach, una gara che l'Inter ha l'obbligo di vincere per continuare a sperare, dal momento che la strada verso la qualificazione agli ottavi si è fatta decisamente in salita.

Due vittorie, obbligatorie, prima contro i tedeschi e poi a San Siro contro lo Shakhtar, sperando che una fra Borussia e Real Madrid perda entrambe le partite. I nerazzurri dipendono anche dagli altri: "A inizio percorso eravamo arbitri del nostro destino, se non lo siamo più significa che siamo mancati in alcune situazioni. Detto questo, l'unico modo per cercare di restare in vita è quello di vincere domani. Sappiamo che non sarà semplice, il Borussia ha dimostrato la sua forza. Al tempo stesso è un'occasione per noi per dare seguito a un percorso iniziato in Europa dove spesso e volentieri ti trovi a giocare partite da dentro o fuori, importanti. C'è l'occasione per testare una volta di più queste situazioni".

Sarà fondamentale scendere in campo con l'intensità e la grinta mostrata sabato contro il Sassuolo, e non con l'atteggiamento di settimana scorsa contro il Real. Eppure Conte difende i suoi, cercando di trovare il lato positivo nella prestazione contro gli spagnoli: "Sono stati espressi tanti giudizi negativi per la gara contro il Real Madrid - ha detto -. Tanta gente ha parlato anche di partita in cui il Real ha fatto ciò che ha voluto, dimenticando che al 30' eravamo dieci contro undici e avevamo subito un rigore dopo quattro minuti. Sfido chiunque ad essere bravi e cambiare. Come detto, sono rimasto soddisfatto dell'impegno in campo in inferiorità numerica, al tempo stesso quelle situazioni ce le siamo create noi e ci hanno penalizzato".

Non solo, perché di fronte alle difficoltà mostrate in questa prima parte di stagione, l'allenatore nerazzurro ribatte un po' seccato, ricordando a tutti le condizioni non facili in cui si è trovato a lavorare: "Continuo a ribadire un discorso molto semplice, che può essere recepito o meno. Ci siamo trovati dopo pochissimo tempo a dover fare partite ufficiali con calciatori che non erano con l'Inter, come Hakimi, Kolarov, Vidal. Darmian aveva già giocato con me, così come Arturo, ed erano più rodati da questo punto di vista. Abbiamo dovuto, in partite ufficiali, mettere calciatori che avevano bisogno di lavorare un bel po' per capire determinate situazioni. Invece ci siamo ritrovati a buttarli nella mischia, con i rischi del caso. A volte siamo riusciti a trovare il risultato, a volte meno. Penso che sia chiara la situazione".

Nessun riferimento ai messaggi rivolti trasversalmente dopo la gara di sabato, i riferimenti al "non essere l'unico", ai dubbi se tutti stiano remando nella stessa direzione. Parole forti, messe da parte un po' come capitato la scorsa estate alla vigilia delle Finals in Germania. Allora il gruppo decise di chiudersi a riccio per concentrarsi solo sulla coppa, e funzionò. Conte ci riprova, perché di rimpianti ce ne sono già troppi, e una vittoria in Germania terrebbe viva la speranza per altri 90 minuti.

					

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