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L’ombra del doping sul Tour de France

Aperta un’indagine a Marsiglia: perquisito il team di Quintana, due persone fermate
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Un giorno amaro per il Tour de France appena concluso. Battuto il nuovo nemico, il Covid-19, la Grande Boucle ne ritrova uno antico, il doping. La procura di Marsiglia, in seguito ad una perquisizione compiuta la scorsa settimana in piena corsa, ha aperto un'indagine su alcuni componenti della squadra francese Arkea-Samsic, che ha come capitano il colombiano Nairo Quintana, e ha messo sotto custodia due persone.

L'inchiesta, ha spiegato la procuratrice, Dominique Laurens, ha come oggetto "una piccola parte dei corridori" della squadra, dopo che "molti prodotti sanitari, compresi farmaci, sono stati scoperti nei loro effetti personali, ma anche e soprattutto un metodo che può essere qualificato come doping".

Il magistrato non ha voluto specificare l'identità delle persone ascoltate. Secondo Le Parisien, si tratterebbe di un medico e di un fisioterapista. A causa dell'assenza del medico titolare, per motivi di salute, la squadra aveva fatto appello per il Tour a un professionista colombiano, che però non si sa se sia tra gli indagati dopo la perquisizione che sarebbe stata compiuta nell'albergo della squadra a Meribel, in Savoia, prima della 17ª tappa.

L'indagine tende ad accertare se vi sia stata "somministrazione ad un atleta, senza giustificazione medica, di una sostanza o metodo vietato nel quadro di un evento sportivo, oppure aiuto nell'uso e istigazione per l'uso di una sostanza o metodo vietato agli atleti, e ancora il trasporto e il possesso di una sostanza o metodo vietato ai fini dell'uso da parte di un atleta senza giustificazione medica".


					

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