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Todt: "La pandemia finirà, a luglio forse si corre"

Il presidente Fia: "A Wuhan la vita è ripartita, succederà anche da noi"
Credits © Getty Il presidente della Fia Jean Todt
Il presidente della Fia Jean Todt
"Stiamo vivendo una situazione tragica con gente che lotta per curare gli altri e gente che lotta per sopravvivere. E noi siamo qui nel nostro piccolo mondo, cercando di risolvere problemi che non si sono mai presentati prima".

Il presidente della Fia, Jean Todt, analizza il momento difficile della Formula 1, ancora ai box in attesa di una stagione che, a causa della pandemia di Covid-19, non ha ancora chiaro quando scattare.

Nel frattempo McLaren, Racing Point, Williams e persino Liberty, che organizza il campionato, hanno tagliato gli stipendi e messo a riposo forzato i propri dipendenti.

"E' ovvio che accanto alle vittime del virus ci saranno quelle provocate dall'economia - spiega il 74enne dirigente francese - Ma questa situazione costituisce pure una opportunità per ridimensionare i costi dei vari campionati. Dobbiamo trovare delle medicine per permettere a tutti di restare in gioco, il "cost cap" (il tetto alle spese) era già stato deciso ma ci sono tante voci escluse di cui dobbiamo discutere e dobbiamo rivedere le cifre al ribasso".

"Ovvio che questo crea problemi a chi è abituato a spendere tanto e che ora si vedrebbe costretto a una drastica riduzione. Ma qui ne va della sopravvivenza dei campionati. La F.1 rischia di perdere dei concorrenti".

Todt è comunque ottimista su un possibile avvio della stagione: "Così come è scoppiata la pandemia, finirà. A Wuhan la vita è ripartita, succederà anche da noi. Credo da giugno in poi e allora a luglio forse si potrà correre".

Il numero uno della Fia, infine, non fa autocritica sulla decisione di far volare il circus a Melbourne: "Per me l'Australia e' stata gestita molto bene, riprenderei le stesse decisioni. In quei giorni non c'era la percezione esatta di ciò che stava succedendo. Qui in Francia una settimana più tardi abbiamo votato per i sindaci e tre giorni dopo era tutto chiuso. Però questo dovrebbe essere il tempo della solidarietà, dell'unità di intenti per trovare soluzioni e non quello delle recriminazioni".

					

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