La famiglia James ha un nuovo personal trainer. Si chiama LeBron. Allena sua moglie Savannah. Addestra suo figlio, Bronny.
James è entrato in una routine durante un aprile senza precedenti, in cui la salute pubblica e la sicurezza, a causa del coronavirus, ha interrotto la stagione della Nba e delle società.
"Come valuto quello che sta succedendo nelle ultime tre settimane? È innaturale", ha detto James durante una videochiamata via Zoom con circa due dozzine di giornalisti selezionati.
"È qualcosa che non è mai successo prima. Alcuni di voi ragazzi sono più grandi di me, probabilmente non l'hanno mai visto accadere prima"
James sa per certo una cosa. Se la stagione Nba non potrà riprendere, se lui e i suoi compagni di squadra dei Los Angeles Lakers non riusciranno a completare una stagione che tutti ritengono speciale, rimarrà incompleta, ma non senza momenti speciali.
"Avrò una certa soddisfazione a stare con i miei fratelli con i miei ragazzi pensando ad alcuni dei viaggi che abbiamo fatto, pensando ad alcune delle partite che abbiamo perso, ad alcune delle sfide che abbiamo vinto e a tutto quello che abbiamo passato in questa stagione", ha detto James.
"E se la stagione non potesse essere salvata? Sarebbe dura da accettare, molto dura ma potrei ugualmente ritenermi soddisfatto di quello che questa squadra è stata capace di fare quest'anno, con un nuovo allenatore, un nuovo sistema, un nuovo coaching staff e tante facce nuove a roster. Pensavo ci avremmo messo più tempo a diventare squadra, e invece mi sbagliavo, è successo tutto più velocemente di quanto pensassi", ha ammesso ''King'' James.
James e Anthony Davis hanno avuto regolari teleconferenze con l'allenatore dei Lakers Frank Vogel e il direttore generale Rob Pelinka da quando la lega si è chiusa l'11 marzo dopo che Rudy Gobert è risultato positivo per Covid-19. Ha avuto i mezzi per allenarsi a casa sua e nelle case degli amici, ha detto che hanno strutture private nelle loro case.
"Ho un paio di amici che hanno le loro strutture al coperto", ha detto James. "Lo spogliano, lo puliscono. Sono praticamente io lì insieme a mio figlio. Siamo solo noi".
Gli manca il cameratismo che ha costruito con i suoi compagni di squadra, e apre ad una soluzione per ricominciare spiegando che la salute e la sicurezza dei giocatori e del pubblico vengono prima.
"Una volta che ci consentiranno di riprendere qualche tipo di attività, mi piacerebbe che le cose tornassero in vita", ha detto James.
"Se la soluzione sarà giocare in una sola città, isolati da tutto e tutti, a Las Vegas o da qualche altra parte, dove possiamo essere al sicuro, non solo sul campo ma anche fuori dal campo, beh, allora discutiamone assieme e troviamo il modo di farlo succedere".
James è entrato in una routine durante un aprile senza precedenti, in cui la salute pubblica e la sicurezza, a causa del coronavirus, ha interrotto la stagione della Nba e delle società.
"Come valuto quello che sta succedendo nelle ultime tre settimane? È innaturale", ha detto James durante una videochiamata via Zoom con circa due dozzine di giornalisti selezionati.
"È qualcosa che non è mai successo prima. Alcuni di voi ragazzi sono più grandi di me, probabilmente non l'hanno mai visto accadere prima"
James sa per certo una cosa. Se la stagione Nba non potrà riprendere, se lui e i suoi compagni di squadra dei Los Angeles Lakers non riusciranno a completare una stagione che tutti ritengono speciale, rimarrà incompleta, ma non senza momenti speciali.
"Avrò una certa soddisfazione a stare con i miei fratelli con i miei ragazzi pensando ad alcuni dei viaggi che abbiamo fatto, pensando ad alcune delle partite che abbiamo perso, ad alcune delle sfide che abbiamo vinto e a tutto quello che abbiamo passato in questa stagione", ha detto James.
"E se la stagione non potesse essere salvata? Sarebbe dura da accettare, molto dura ma potrei ugualmente ritenermi soddisfatto di quello che questa squadra è stata capace di fare quest'anno, con un nuovo allenatore, un nuovo sistema, un nuovo coaching staff e tante facce nuove a roster. Pensavo ci avremmo messo più tempo a diventare squadra, e invece mi sbagliavo, è successo tutto più velocemente di quanto pensassi", ha ammesso ''King'' James.
James e Anthony Davis hanno avuto regolari teleconferenze con l'allenatore dei Lakers Frank Vogel e il direttore generale Rob Pelinka da quando la lega si è chiusa l'11 marzo dopo che Rudy Gobert è risultato positivo per Covid-19. Ha avuto i mezzi per allenarsi a casa sua e nelle case degli amici, ha detto che hanno strutture private nelle loro case.
"Ho un paio di amici che hanno le loro strutture al coperto", ha detto James. "Lo spogliano, lo puliscono. Sono praticamente io lì insieme a mio figlio. Siamo solo noi".
Gli manca il cameratismo che ha costruito con i suoi compagni di squadra, e apre ad una soluzione per ricominciare spiegando che la salute e la sicurezza dei giocatori e del pubblico vengono prima.
"Una volta che ci consentiranno di riprendere qualche tipo di attività, mi piacerebbe che le cose tornassero in vita", ha detto James.
"Se la soluzione sarà giocare in una sola città, isolati da tutto e tutti, a Las Vegas o da qualche altra parte, dove possiamo essere al sicuro, non solo sul campo ma anche fuori dal campo, beh, allora discutiamone assieme e troviamo il modo di farlo succedere".