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Sarri: "E' stata dura, ma meglio prima che dopo"

"Per un tecnico andare in panchina è la vita, ringrazio i medici"
Credits © Ansa Sarri
Sarri
Maurizio Sarri torna in panchina e lo fa a 10-15 minuti da casa sua.

Archiviata la polmonite, il tecnico si prepara a fare il suo debutto in una gara ufficiale come allenatore della Juventus e lo fara' domani al "Franchi", in uno stadio che ha vissuto sulla pelle fin da piccolo: "Mia nonna abitava in piazza Alberti a 500 metri dallo stadio - ha raccontato alla vigilia della sfida con la Fiorentina - Ho mille ricordi di quello stadio ma in questo momento riesco a vedere solo l'ultimo: li' ci ho perso uno scudetto e ora ho bisogno di sostituirlo con un ricordo positivo".

Per Sarri, che quello di domani non lo considera un esordio perche' "sono stato sempre molto coinvolto" anche nel periodo della polmonite, e' fondamentale tornare vicino ai giocatori: "Per un allenatore partecipare agli allenamenti e andare in panchina e' la vita. E' chiaro che non e' semplice rimanere fuori e ringrazio il mio staff medico che mi ha coccolato per 20 giorni. Mi hanno fatto capire che era meglio fare un passo indietro per non farne uno lungo dopo nella consapevolezza che lo staff stava facendo un grande lavoro".

Fiorentina-Juventus arriva dopo una sosta in cui c'e' stato anche il delicato momento della scelta della lista Champions.

"E' stata una scelta da fare, ma e' chiaro che non mi faccia piacere perche' sono coinvolti due giocatori (Emre Can e Mandzukic) importantissimi. Cio' vuol dire che abbiamo una rosa di grandi giocatori in cui solo un giocatore e' indispensabile".

Lo sfogo pubblico di Emre Can per l'esclusione e' stato capito da Sarri. "Quando un giocatore subisce una scelta cosi' forte e' chiaro che c'e' un aspetto professionale su cui posso essere in disaccordo ma bisogna anche tenere conto dell'aspetto emozionale, bisogna lasciare il giocatore decantare e poi affrontarlo quando la situazione e' piu' serena".

Incombe anche la Champions, ma per Sarri le prime scelte sono mirate a fare bene a Firenze: "In questo momento penso al campionato e da domani sera cominceremo a pensare alla coppa. Siamo in una fase in cui la squadra deve trovare un'identita' e un livello di organizzazione forte. Le rotazioni nel giro di 10 giorni diventeranno indispensabili ma nella prima fase ho cercato di dare un'identita' che ci garantisse qualcosa in piu'".

"Sul campo dobbiamo combattere la difficolta' che abbiamo visto che tanti giocatori negli ultimi mesi hanno giocato pochissimo, vedi Khedira, Ramsey, Rabiot. L'aspetto positivo e' che questo gruppo sta lavorando bene, ne parlavo con la squadra ieri: mai nella mia carriera ho visto i giocatori rimasti nella sosta lavorare cosi' bene perche' solitamente e' difficile trovare le motivazioni in questi momenti".

"Dal punto di vista fisico spero che siamo riusciti a fare un passo in avanti". Sarri ha anche detto che "e' chiaro che dalla prossima settimana si dovra' iniziare a far ruotare, ma la mia sensazione e' che non siamo pronti a una rotazione forte".

L'allenatore bianconero ha parlato anche di una squadra con le sue caratteristiche: "Dobbiamo cambiare un po' il modo di gestire certi momenti della partita. La gestione bisogna improntarla al possesso palla. Ci sono dei particolari da cambiare ma questa rimarra' una squadra con meno palleggio e piu' fisicita' rispetto alle squadre che ho avuto in passato. Io voglio che la squadra segua delle mie idee di principio ma non e' una replica".

Rispondendo all'ex bianconero Marco Tardelli che su "La Stampa" ha scritto che alla Juve capira' che non si vince per gli aiuti, Sarri ha risposto: "Ho sempre detto che la Juventus e' la squadra piu' forte, poi si poteva discutere sui singoli episodi. Questo fa parte della normalita'. Nel post partita lasciate sfogare anche me pero' ho sempre detto che la Juventus e' la squadra piu' forte dal punto di vista tecnico e societario. La forza di questa societa', stando qui da due mesi, e' nell'organizzazione ma anche nella testa. Coinvolge in questo modo di pensare allenatori e giocatori: una mentalita' feroce".

Il tecnico ha parlato anche di singoli tessendo le lodi di uno come Bentancur: "Il ragazzo ci puo' garantire due ruoli, noi lo stiamo facendo lavorare da vertice basso, l'interpretazione del ruolo e' migliorabile ma le mie sensazioni sono forti".

Bene anche Ramsey: "Viene da un infortunio serio. Fino a 10 giorni fa ti avrei detto che era molto indietro dal punto di vista dell'efficienza fisica. Ho visto un passo in avanti negli ultimi giorni ma probabilmente deve pagare un piccolo gap rispetto ai compagni. Pero' penso possa tornare velocemente ai suoi livelli, e' un giocatore tecnico che puo' fare anche l'esterno d'attacco anche se io lo vedo piu' come interno di centrocampo".

Rabiot, invece, "ha sparato 15-20 giorni di alto livello poi e' andato incontro alle difficolta' di chi non giocava da tantissimo tempo. Questo e' un ragazzo di grandi doti non solo tecniche ma anche fisiche"

Sara' l'alternativa a Matuidi che "e' importante perche' per dinamismo e attenzione ha dimostrato di adattarsi meglio a quello che succede davanti. Cristiano, che e' il piu' forte al mondo, va lasciato libero e questo va ovviato con chi gli sta dietro". In difesa, "il mio compito e' quello di recuperare Rugani e di fare adattare de Ligt al calcio italiano il piu' velocemente possibile. E' normale che possa fare un po' di fatica nella fase iniziale. Non vorrei sbagliare ma mi sembra la fece anche un po' Platini".

"Detto questo, il ragazzo ha bisogno di adeguarsi al nostro tipo di calcio e sono convinto che tra qualche mese riuscira' ad esprimere cose importante". E poi la scelta di Higuain preferito a Mandzukic non perche' uomo di fiducia: "Higuain nell'ultimo periodo al Chelsea non ha mai giocato. Se ha giocato e' perche' in allenamento ho visto cose importanti e ha lasciato intravedere di essere quello di due anni fa. Mandzukic in allenamento ha fatto vedere meno rispetto a Higuain e qui sta la scelta. E' frutto di una scelta logica dettata dall'allenamento".

					

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