Caso Semenya, il Codacons la denuncia per frode sportiva

Dalle teorie mediche alle accuse dirette passando per la denuncia presentata dalla associazione dei consumatori
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Atletica
20-08-2009

Caso Semenya, il Codacons la denuncia per frode sportiva

Dalle teorie mediche alle accuse dirette passando per la denuncia presentata dalla associazione dei consumatori

    Se fosse vero sarebbe un caso non solo unico ma anche imbarazzante, se non è vero si tratta di una vera e propria azione di 'mobbing sportivo' nei confronti di dell'atleta sudafricana Caster Semenya, oro negli 800 donne ai Mondiali di atletica di Berlino.

    Insuperabili come siamo noi italiani arriva la notizia di una denuncia presentata dal Codacons nei confronti di Semenya che se colpevole di aver millantato (geneticamente e non solo) la sua femminilità per iscriversi nelle gare della categoria donne ai mondiali di Berlino ha danneggiato ' i colori dell'Italia sono stati danneggiati, ed essendoci dietro alle vittorie degli atleti i grandi interessi economici degli sponsor e i milioni di euro delle scommesse sportive, non avendo in alcun modo la possibilita' di controllare la reale condizione della vincitrice, Il Codacons e' costretto a chiedere di avviare un'obbligatoria azione penale per frode sportiva''.

    Denuncia a parte la vicenda della velocista sud africana è diventato il caso e il tormentone dei Mondiali di Berlino. Si incrociano le ipotesi e mentre la Iaaf preleva tutte le cartelle cliniche della atleta, intorno a questa storia che diventa umana e si allontana sempre più dallo sport si infiocchettano teorie.

    Alterazione congenita del gene che regola lo sviluppo muscolare, modificazione artificiale dello stesso gene, uso di testosterone: sono le ipotesi che potrebbero spiegare la muscolatura mascolina dell'atleta sudafricana Caster Semenya, oro negli 800 donne ai Mondiali di atletica di Berlino. A formularle e' Giuseppe Novelli, genetista dell'universita' di Roma Tor Vergata e incaricato da ministero della Salute e Coni di studiare i nuovi metodi antidoping.

    ''Alcune persone, rarissime, nascono con una mutazione del gene che regola la miostatina, una sorta di 'freno' della crescita muscolare'', osserva Novelli. Quando questo freno e' bloccato, i muscoli si sviluppano molto piu' del previsto. Scoprire se le cose stanno proprio cosi' e' possibile facendo un test sul gene della miostatina alla ricerca di eventuali mutazioni. In caso positivo non ci sarebbero dubbi sul sesso di Semenya: sarebbe una donna, colpita da una alterazione genetica.

    ''Quando si e' scoperto questo meccanismo naturale, qualcuno ha pensato di utilizzarlo per fare doping genetico'', ha aggiunto Novelli. Una scoperta utile per curare malattie muscolari potrebbe quindi trasformarsi in una nuova forma di doping. ''Se il doping genetico sia gia' una realta' e' difficile stabilirlo - rileva - perche' non esistono ancora metodi abbastanza efficienti da rivelarlo''. Da escludere, comunque, che un doping di questo tipo si possa praticare nel laboratorio del sottoscala.

    La terza ipotesi riguarda l'uso del testosterone, l'ormone tipicamente maschile ma presente anche nelle donne. Puo' essere assunto per mezzo di creme, per iniezioni endovena o molto piu' spesso per iniezioni intramuscolari. ''Non e' facile da scoprire quando i livelli tornano normali in quanto e' una sostanza naturalmente presente nell'organismo'', osserva Novelli. ''Servono nuovi marcatori, piu' avanzati di quelli oggi disponibili. Li stiamo studiando''.

    Scontate (ma non per questo non meno credibili dei dubbi sollevati), se messe sotto i riflettori dei media, le parole di lei e del papà della Caster: ''Spero che lascino mia figlia in pace. E' la mia bambina'' - ha affermato Semenya. ''L'ho cresciuta e non ho mai avuto alcun dubbio sul suo sesso. E' una donna, posso ripeterlo un milione di volte'', dice al quotidiano 'The Sowetan' Jacob Semenya, padre della teenager che ieri ha demolito la concorrenza nella finale iridata.

    ''Mettetevi nei panni di questa ragazza, che si e' allenata tantissimo e non si e' fatta prendere dal panico per il Mondiale, dominando la sua gara. Poi le hanno detto che era un uomo: come vi sentireste?''. Il campione olimpico dei 50 km di marcia, l'altoatesino Alex Schwazer si schiera a favore della ragazza sudafricana.

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