Il pilota romagnolo è stato spesso “accusato” di essere troppo ragioniere. Ebbene qui ha dismesso i panni dell’umiltà ed ha sfoderato un tono fino ad ora inutilizzato del suo carattere. Da tempo Andrea sta lavorando su questo aspetto, la grinta e la cattiveria in gara, senza le quali puoi essere anche il pilota più bravo del mondo ma non vincerai mai. Lorenzo insegna: la sua tenacia (il martello) lo ha portato insieme a Dovizioso, metro dopo metro a recuperare e a superare l’australiano, tradito dalla pressione delle gomme nella seconda metà di gara.
Nelle dichiarazioni dopo la corsa ha detto che per un attimo ha pensato pure di poter prendere Lorenzo (“non era troppo lontano” ha detto in conferenza stampa) peccato non ci fosse più tempo. Ma è indicativo di una fiducia ritrovata. A fine gara ha manifestato apertamente la sua gioia davanti al pubblico di casa, davanti ai suoi tifosi che lo hanno omaggiato e caricato per tutta la gara. E’ salito in piedi sul muro che delimita la safety way come un assatanato. Gesti e atteggiamenti insoliti per uno misurato e pacato come lui. Un introverso che spesso tiene tutto dentro, anche quando attraversa momenti difficili.
E ne ha avuti nella sua vita e nella sua carriera. La classifica del mondiale dopo la prova del Mugello si è accorciata, sono ancora tanti i punti di distacco da coloro che lo precedono, 33 da Stoner e 14 da Lorenzo, però siamo convinti che nella testa del forlivese si è affacciato un pensiero al titolo. Comunque ora siamo certi che non si accontenterà del terzo posto. La gara di oggi può segnare un punto di svolta, destinato a cambiare l’atteggiamento.
Vedremo se nelle prossime gare Dovizioso avrà metabolizzato l’esperienza oppure no. Per adesso si goda questa parte sino a ieri sconosciuta di se stesso.
massimo angeletti - foto mirco lazzari
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