Los Angeles, 12 mag. - Dopo la bufera innescata dalle frasi razziste che lo hanno travolto nelle scorse settimane, a cui sono seguite la sospensione a vita decisa dalla Nba e 2,5 milioni di dollari di multa, il patron dei Los Angeles Clippers, Donald Sterling, fa le sue pubbliche scuse in una intervista rilasciata alla Cnn.
"Non sono razzista -spiega il magnate della franchigia californiana-, e mi sento emotivamente sconvolto. Sono una persona perbene che ha fatto un errore, porgo le mie scuse e chiedo perdono. Ho avuto torto, ho creato un problema e non so come risolverlo -aggiunge Sterling che non sembra intenzionato a lasciare la squadra-. Se gli altri presidenti pensano che io possa avere una seconda chance me la daranno".
A innescare la miccia era stata una registrazione, fatta trapelare alla stampa e pubblicata dal sito scandalistico TMZ, di una conversazione privata del presidente ottantenne con l'amante in cui Sterling rimproverava la donna per essersi fatta fotografare con un "negro" come Magic Johnson.