Eppure il loro destino è legato dalla storia, dai padri che come i figli si odiano. Per la prima volta in questa stagione Marco Simoncelli ha sopravanzato nell’ordine d’arrivo l’acerrimo nemico (non è solo un rivale), con una tenacia nei giri finali della gara che sino ad oggi non aveva potuto mostrare.
E con la rivalità che riconosce, Marco ha ritrovato anche se stesso, oggi più che a Brno quando ha conquistato il suo primo podio in MotoGp. Ha corso con la mente libera finalmente dopo le tante pressioni, prima dei suoi nemici spagnoli, poi dell’ansia di dover fare un risultato, poi quella del rinnovo contrattuale con la Honda. Libero come non capitava da tempo. Ed ha regalato la parte migliore di sé, il talento motociclistico che va oltre i limiti stessi del pilota (per questo si chiama talento), sorpassi come se ne vedono pochi, come soltanto Rossi ha saputo regalarci.
Il destino è però beffardo, e nel giorno in cui Simoncelli ritrova se stesso, battendo il nemico di sempre, Dovizioso rischia di perdere il posto da titolare nel team ufficiale Honda. Ritrovati, rischiano subito di riallontanarsi, perdendo quel riferimento, anche se negativo, che fa la riconoscibilità di certe persone, di certe storie. Dovizioso è sul piede di partenza, la Honda avrebbe scelto Simoncelli, preferirebbe investire sul capelluto riminese che a loro avviso, ha maggior possibilità di crescere, piuttosto che sul riflessivo, ma troppo regolare pilota forlivese, che a loro avviso non ha margini evolutivi.
Quale sarà il destino di Dovizioso è difficile sapere, forse in Yamaha con il team Tech 3, qualcuno parla di un team privato con una Ducati (Martinez) non ufficiale. Speriamo che possa mantenere una moto comunque competitiva per rinnovare una sfida con suo amato nemico per regalarci ancora tracce di motociclismo.
Massimo Angeletti – foto di Mirco Lazzari
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