La camera oscura

Gp d'Olanda | Il commento di Massimo Angeletti
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Motori
26-06-2011

La camera oscura

Gp d'Olanda | Il commento di Massimo Angeletti

    Un groviglio di carene tra Simoncelli e l’incolpevole Lorenzo sullo storico circuito di Assen, fermato dall’obiettivo di Mirco Lazzari. Un incidente che getta altra benzina sul fuoco delle polemiche animate dai detrattori di Marco, stavolta, ancora una volta, a sproposito.

     

    Intanto la dinamica dell’incidente: è la prima curva a sinistra, e si sa che le gomme Bridgestone fatichino ad entrare in temperatura, sopratutto in un circuito che ha prevalentemente curve a destra. La gomma è fredda, l'italiano certamente sbaglia nell’entrare troppo inclinato in curva: la telemetria rileva che il pilota romagnolo ha un angolo di 54 gradi, quando il limite consigliato con le gomme ancora fredde è di 60.

     

    Lo stesso pilota italiano ha ammesso lo sbaglio. Purtroppo nella caduta ha coinvolto Lorenzo, ma cosa poteva fare una volta constatato che era nell’inclinazione sbagliata Simoncelli se non cadere? La prima vittima del suo sbaglio è lui stesso, fa parte della gara, fa parte del tentativo di non perdere il contatto con i primi sapendo di essere in grado di lottare per la vittoria. Fa parte della competizione.

     

    Appare fuori luogo la solita polemica alimentata da Lorenzo sul fatto che non si sente rispettato. Comprendiamo l’amarezza per l’incidente in una gara in cui anche lo spagnolo poteva essere protagonista, ma questo accidente fa parte del gioco. E’ vero che Simoncelli ne ha fatti tanti di errori in queste prime gare ma ne è la prima vittima.

     

    E qui entriamo in un'altra tematica: come mai Simoncelli non riesce a concretizzare in gara quanto di buono fa nelle prove? Intanto non bisogna cadere nella tentazione di creare un “caso” Simoncelli. Ricordiamoci che anche Stoner, il primo anno con la mille, nel 2006, cadde in molti gran premi, senza mai terminare la gara… e poi è diventato uno dei piloti più forti mai visti. Quindi diamo tempo al tempo, se son rose fioriranno…

     

    Rimane per il pilota italiano come uscire da questa impasse. Se analizziamo i casi di questa stagione sono tutti diversi: a Jerez, cadde quando era in testa, le gomme erano particolarmente usurate per la condizione dell’asfalto; in Portogallo usò, per entrare in curva poco dopo la partenza, una marcia più alta del dovuto e invece di agevolare la percorrenza ha scaricato l’anteriore, anche in quel caso valeva il discorso degli pneumatici ancora freddi; poi Silverstone dove la pista era al limite della praticabilità e sono stati in molti a cadere anche con maggior esperienza della sua. Certamente il suo stile di guida, considerato che è il pilota più alto dei diciassette che partecipano al mondiale, è particolare.

     

    Noi pensiamo che sia solo questione di esperienza per un pilota che ha coraggio e forza da vendere ma ancora non ha capito come adattarli a gomme e moto del tutto particolari. Diamogli tempo perché è uno dei pochi talenti che il nostro motociclismo può ancora vantare.

     

    Massimo Angeletti - foto di Mirco Lazzari

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