Saranno stati gli attacchi mediatici di Valentino, sarà stato l’ingresso dell’Audi, sarà stata la fortuna e la bravura, sarà stato il tempo e la rottura sicura di un rapporto, la quiete dopo la tempesta, ma adesso Rossi e il reparto Corse Ducati sembrano aver trovato una dimensione accettabile.
Qualcosa si era intravisto già dal sabato, nelle qualifiche, si respirava un senso di ottimismo che ha fatto drizzar le orecchie a molti. Una serenità che in due anni non si era mai manifestata. Anzi sin dal primo test nel 2010 si era capito che la vita tra le parti non sarebbe stata semplice.
Valentino aveva dalla sua la forza mediatica, la Ducati la forza tecnica: l’assenza di risultati e le parole di Rossi hanno messo nell’angolo la casa di Borgo Panigale, incapace di rispondere. Il distacco di Misano ci dice che invece il Reparto Corse ha lavorato in silenzio, in maniera confusa e sottopressione, ma ha continuato a compiere il suo dovere.
Alla fine della gara nel circuito intitolato a Marco Simoncelli (in molti si sono dimenticati di Shoya Tomizawa) Valentino Rossi e Filippo Preziosi si sono abbracciati, regalando un senso a questo loro sodalizio. Il podio sotto la pioggia di Le Mans aveva ricordato a tutti che Rossi era ancora capace di pilotare, non era certo la moto ad esser cresciuta.
Sul tracciato romagnolo, invece, la Ducati ha contenuto il distacco e se ci fosse stato anche Pedrosa poco sarebbe cambiato, magari la coppia italica sarebbe giunta terza dietro i due imprendibili spagnoli, ma sempre intorno ai cinque secondi, un ritardo finalmente umano, ben diverso dai trenta secondi medi stagionali.
Una pace che lascia dell’amaro in bocca perché non si può dimenticare il fallimento che per 31 gare (colpi di fortuna a parte nei due podi precedenti) ha caratterizzato la stagione e per tutto quello che si poteva fare e non è stato fatto. Ma si guarda al futuro!
Filippo Preziosi e i suoi possono tirare un sospiro di sollievo guardando il podio, là sopra, invisibile agli occhi, c’è Valentino che festeggia, lo intuiamo dagli sguardi e dall’espressione degli uomini in rosso, finalmente verso l’alto e non piegato verso il basso, sorridenti.
| foto di Mirco Lazzari