Semenya, testosterone troppo alto

Uno studioso italiano: 'occhio al DNA. L'atleta potrebbe essere cromosomicamente un uomo'

Avrebbe un livello di testosterone tre volte superiore a quello riscontrabile su una donna. Il caso della velocista sud africana, come prevedibile, tracima oltre i confini dello stadio Olimpico di Berlino e continua a far parlare di sè.

Dopo l'esito dei test effettuati dalla Iaaf per stabilire se la medaglia d'oro negli 800 femminili sia effettivamente una donna, arriva anche il suggerimento del professore Carlo Foresta, endocrinologo dell'università di Padova, che suggerisce di dare un occhio al DNA di Semenya.

"Se escludiamo l'ipotesi di doping vi sono varie opzioni, nella pratica clinica, che potrebbero far schizzare i livelli di testosterone in una donna". Non ultima, da qui l'attenzione al Dna, la possibilita' che l'atleta sudafricana sia cromosomicamente uomo, ma fenotipicamente donna".

"In questo caso si tratterebbe di una patologia -sottolinea l'endocrinologo- che un tempo veniva definita sindrome di Morris o 'da donne belle': sono presenti alti livelli di testosterone nel sangue, ma nell'organismo non funziona il recettore di quest'ormone steroideo che pertanto non produce i suoi effetti. Ci troviamo dunque di fronte a un individuo che cromosomicamente e' un uomo, ma ha organi sessuali femminili, pertanto e' fenotipicamente femmina". Una possibilita', questa, ma certo non l'unica.

"In realta' -riconosce l'esperto- vi sono diverse condizioni patologiche che possono far lievitare il testosterone nel sangue di una donna. Ad esempio potrebbero esserci alterazioni nei meccanismi di formazione della corteccia surrenale, un'area che produce cortisolo, con conseguenti ripercussioni sulla presenza di testosterone".

Ma a influire sull'aspetto di Semenya e sui livelli di testosterone stanati, a quanto pare, nel suo sangue, potrebbe essere anche la sindrome dell'ovaio policistico, un disturbo complesso che mette KO le ovaie.