‘’Craddock-McIntyre’’

Joe, 24 anni, il quarterback più efficace del campionato
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NFL
10-05-2010

‘’Craddock-McIntyre’’

Joe, 24 anni, il quarterback più efficace del campionato

    di Roberto Gotta

     

    E allora siamo al dilemma che ogni sport, ogni stagione, propone, per chi si stacca dalle altre concorrenti e si trova qualificato ai playoff con anticipo comodo, e la prospettiva di partite, da lì alla fine della regular season, di semplice rifinitura e rodaggio.

     

    Già certi di giocare una delle due semifinali, i Panthers Parma il dubbio se lo sentiranno avvolto addosso - dall'esterno, non dall'interno: lo staff certamente sa come comportarsi - per un po': magari non sabato 15, quando non giocheranno per il campionato IFL ma per la Efaf Cup, sfidando i Renegades Zurigo per l'accesso, anche qui, alla semifinale, poi si vedrà.

     

    In un campionato IFL equilibrato, spesso anche nei punteggi e nell'evoluzione delle partite, Parma è riuscita a staccarsi subito: e dire che l'ingresso nel roster di un alto numero di giocatori della giovanile (campione d'Italia Under 21 nel 2009) poteva far pensare ad un periodo di adattamento, in uno sport che solo i sempliciotti e i detentori di una malafede lunga da qui al mare possono ancora ritenere una sorta di mischione dove tutto è lecito.

     

    Sì, buonanotte: apprendimento e memorizzazione degli schemi, di attacco e difesa, richiedono elasticità e applicazione, e basta un giocatore indisciplinato per rovinare tutto e compromettere l'armonia tattica della squadra. Per cui si può capire come possa essere lungo, nella teoria, l'inserimento di giocatori nuovi, meno esperti, abituati - se parliamo dell'attacco - ad una voce diversa, ad una cadenza di chiamata diversa da parte del quarteback.

     

    Problemi? Zero. Il quarterback succitato è Joe Craddock, 24 anni, il più efficace del campionato. A vederlo, quando in borghese va sugli altri campi ad assistere alle partite delle squadre rivali, non gli daresti particolare credito: il paradosso è che quel che sembra, ovvero un ragazzo americano che sta vivendo un'esperienza (iniziata lo scorso anno) impareggiabile sul piano personale, di fatto è.

     

    L'accostamento tra i Panthers e il romanzo Playing for Pizza, da noi uscito con il massacrante titolo di Il Professionista, è ormai quasi diventato un cliché fondato peraltro su basi forti, se è vero che è costante il flusso di visitatori e tifosi acquisiti americani, ma se Rick Dockery, nel libro di John Grisham, era un ex quarterback NFL rifugiatosi a Parma per sottrarsi all'ondata di delusione per una partita finita malissimo, Craddock ha alle spalle una bella carriera universitaria e come unica delusione la mancata attenzione da parte della NFL stessa, per motivi che hanno a che fare più con la sua statura non eccelsa che con il suo talento in sé.

     

    Per il resto, bei tempi, bella città, bella società e bella squadra, quelle in cui gioca. Serve altro? Sì, serve spiegare cosa abbia fatto Craddock al college. Perché pur nella costante crescita del football italiano, dopo i periodi davvero deprimenti seguiti alla prima evoluzione rapida degli anni Ottanta, c'è ancora la curiosa tendenza, tra gli addetti ai lavori, a perdere un pizzico di senso della misura quando viene comunicato al mondo esterno, spesso non adeguatamente preparato (eufemismo, dai), il valore dei nuovi americani di una squadra. E' a volte imbarazzante leggere di ragazzi descritti come superstar per avere militato in college che in realtà in USA hanno una rilevanza minima anche a livello di Division III, che è peraltro uno standard di football più che dignitoso, ma nel caso di Craddock l'enfasi è giustificata.

     

    Al liceo, la Briarwood Christian di Birmingha, nell'Alabama, Craddock aveva messo mano a 100 touchdown, tra quelli segnati personalmente, correndo con la palla, e quelli segnati dai ricevitori cui aveva recapitato il pallone. Mvp della finale statale - di categoria 5A, una delle migliori - vinta nel 2003 al Legion Field, il grande e storico stadio di Birmingham, aveva assistito alla stagione 2004 di Middle Tennessee State, l'università che gli aveva offerto una borsa di studio, da bordo campo, con lo status di redshirt che identifica i giocatori già iscritti ad un college ma non ancora pronti a giocare (o infortunati).

     

    Nel 2005 si era fatto male al ginocchio verso la fine della preparazione e aveva perso l'anno dopo intervento chirurgico, mentre nel 2006 era stato Qb di riserva alle spalle di Clint Marks, scendendo però in campo in 9 partite, compreso qualche minuto nel Motor City Bowl di Detroit contro Central Michigan. Nel 2007 6 partenze da titolare, con qualche problema alla schiena che lo limitò, e annata chiusa con 96 lanci completi su 155 tentati, per 1259 yards e 12 touchdown.

     

    Nel 2008, ultimo anno, la gloria: 12 partite, tutte da titolare, e record personale di lanci effettuati e completati (28/40) nella grande vittoria su Maryland, squadra che appartiene alla ACC cioè ad una conference ("girone", semplificando) teoricamente di livello superiore. In un'altra partita contro una squadra di conference più rinomata, Kentucky, Craddock aveva sfiorato l'impresa lanciando, all'ultima azione della partita, quello che in gergo si chiama Hail Mary pass, un passaggio-preghiera (Hail Mary è, in traduzione, Ave Maria) il cui ricevitore fu fermato ad una yard dal touchdown.

     

    Sempre nel 2008, grande vittoria - in diretta su ESPN, il canale tv che maggiormente dà spazio al football NCAA - su Florida Atlantic, coronata da un drive (sequenza di azioni consecutive in possesso di palla) di 6 azioni per 65 yard chiusa da un altro Hail Mary, questa volta terminato in touchdown, per 32 yards. E infine 235 yards di lancio contro la difesa di Mississippi State, che in quel momento nel coprire sui lanci era la terza, statisticamente, di tutta la NCAA.

     

    Per la NFL Craddock era, purtroppo per lui, uno dei tanti (ma non tantissimi) con buone statistiche, buone doti ma poche schegge di quel quid che ti portano nella Lega per eccellenza, ed ecco allora il viaggio verso l'Italia, e Parma. Dove "Craddock-McIntyre", ovvero il lancio di Joe per il connazionale Craig McIntyre, 27enne wide receiver, è diventata quasi una filastrocca: lo scorso anno furono 18 i touchdown nati dalla collaborazione tra i due, stavolta siamo già a 7 e McIntyre ha pure perso partite per infortunio.

     

    Domenica, nel dirompente 56-13 ai campioni in carica, i Giants Bolzano, 4 i passaggi in td di Craddock per il numero 2, cui sono aggiunti un analogo td pass - iniziale - per il 22enne Nicola Gasparri, arrivato in squadra quest'anno dai Drunk Irishmen di Massa come Alberto Lanforti che ha segnato con una corsa di 5 yards, e dal td pass del secondo quarterback, Tommaso Monardi, già in nazionale, per Ugo Bonvicini, che è pure team manager. 6-0, sei vittorie e zero sconfitte per riassumere il bilancio dei Panthers, che hanno una sorta di raccolta di trofei a livello giovanile ma mai sono stati campioni d'Italia senior nella massima serie (in serie B sì, nel 2004, e puntano al primato completo in regular season per avere in casa la semifinale.

     

    Avversaria? Ah, saperlo. Dietro a Parma ci si ruba la scena a vicenda, a seconda delle settimane: avremmo avuto idea maggiore della situazione se si fosse giocata Hogs Reggio Emilia-Elephants Catania, terza e seconda alla vigilia di questa giornata, ma non c'è stato verso a causa della chiusura degli aeroporti del nord-ovest, circostanza curiosa per chi, come gli Elephants, sul gioco... aereo ha costruito le proprie fortune stagionali. Ne hanno approfittato Lions Bergamo e Rhinos Milano: per i primi, dominante 35-0 ai Dolphins Ancona, a rimorchio delle esaltanti corse di Jason Butler e alla vigilia di una serie di tre partite, tutte fuori casa, contro avversarie dirette per i playoff, il che vuol dire il football - e lo sport - nella situazione migliore che ci sia, quando hai il tuo destino nelle tue stesse mani.

     

    I Lions hanno invece battuto i Warriors Bologna per 38-33, dopo essere stati in svantaggio per 20-7 e 27-13. L'attacco bergamasco ha girato bene come sempre quando a guidarlo c'è l'ottimo Qb Bradlee Van Pelt (anche se al momento di scrivere queste righe non erano ancora disponibili le statistiche finali), ed è stato necessario ai Lions in una giornata in cui i bolognesi hanno disputato forse la loro migliore gara di una stagione in cui raramente sono stati fuori partita, ma hanno sempre perso.

     

    Alla fine poi la partita l'ha però vinta, sull'ultimo drive, la difesa dei caschi d'oro, che ha impedito ai Warriors di avvicinarsi alla end zone. I Lions ora si fermano. in IFL, per una settimana, e chiuderanno in casa il 23 maggio in un'altra partita decisiva per i playoff contro gli Hogs, mentre i Warriors sabato sera saranno ad Ancona. Due squadre con zero vittorie, e un pensiero comune: è la partita da vincere per eliminarlo, quello zero. Il fatto che entrambe la pensino così rende il tutto molto interessante.

     

    Per concludere, una notizia di carattere organizzativo e istituzionale: dopo essere stati esclusi quest'anno per una controversia legata al campionato Under 21 e a fidejussioni, i Doves Bologna sono stati riammessi alla IFL per la stagione 2011.

     

    > Classifica: Panthers Parma 6 vinte 0 perse; Elephants Catania 3-1: Hogs Reggio Emilia e Rhinos Milano 3-2; Lions Bergamo 4-3; Marines Lazio e Giants Bolzano 3-3; Dolphins Ancona 0-5; Warriors Bologna 0-6.

     

    > Prossime partite: sabato 15 maggio ore 20.30 (stadio Giuliani di Torrette di Ancona) Dolphins-Warriors: domenica 16 maggio ore 14.30 (cittadella universitaria, CUS Catania) Elephants-Rhinos.

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