Jorginho, il valore aggiunto di Benitez
Di Stefano Bizzotto
Sembra giocare da sempre nel Napoli. Invece, quella contro la Lazio è stata la sua prima volta da titolare. La seconda in assoluto dopo i 35 minuti contro il Chievo. Dire che Benitez ha consegnato a Jorginho le chiavi del centrocampo può sembrare esagerato. Sicuramente il brasiliano rappresenta un valore aggiunto.
Oddio, brasiliano di nascita e poco più. Perché a 15 anni il numero 8 del Napoli era già a Verona, ad inseguire un sogno. Non molto lontano da Lusiana, altopiano di Asiago, il paese di duemila anime da qui era partito a fine ottocento il suo trisnonno. Origini italiane, passaporto italiano. Particolare non secondario, perché Jorginho ha già detto di sognare la maglia azzurra. E Devis Mangia, prima dell’europeo Under 21, ci aveva fatto un pensierino.
Intanto, il ragazzo che nei tratti del volto (e ci fermiamo qui, per evitare querele) ricorda il primo Gianni Rivera, ha caratterizzato il quarto di finale con la Lazio: un palo nel primo tempo, una conclusione di poco sopra la traversa nella ripresa. Per tacere dei tanti palloni smistati a beneficio di Higuain e dei trequartisti. Una manciata di sedute di allenamento per trovare un’intesa ottimale con i compagni.
E poi la curiosità di vederlo all’opera al fianco di Behrami, che fra i mediani di Benitez sembra per caratteristiche quello che meglio si completa con l’ex veronese. Sta per terminare la sessione di mercato di gennaio, e Jorginho un posto sul podio degli affari più azzeccati lo merita
giovedì, 30 gennaio 2014, ore 18.09