Navardauskas: "Grazie alla squadra"
Delusione Phinney: "Giornataccia"
La sua delusione si tocca con mano, il volto questa volta e' senza quel sorriso dolce e innocente da bravo ragazzo. La Danimarca e' un ricordo. Come la maglia rosa. Taylor Phinney si e' visto sfilare di dosso quella maglia che si era cucito addosso, superando cadute, le bizze della Dea bendata e quant'altro rende il ciclismo uno sport incerto come pochi.
Dopo l'arrivo della 'sua' Bmc, il colosso statunitense fa una smorfia che la dice lunga. L'umore e' sotto i tacchi. Anzi,sotto quel piede suturato lunedi' sera in ospedale con tre punti, dopo la caduta di Horsens provocata dall'italiano Ferrari, che oggi ha rivelato di avere chiesto scusa a Cavendish e compagni.
Phinney sperava di conservare la maglia anche a Verona, nonostante una fuoriuscita di strada che gli ha fatto rischiare- ma questa non e' una novita' ormai per lui - ancora una volta l'osso del collo. La sua ambizione si e' trasformata in un'illusione. ''Per me e' stata una giornata dura - racconta, dopo l'arrivo - non sono felice, sono dispiaciuto. Ho avuto una giornata schifosa, veramente schifosa e anzi devo ringraziare la squadra che poteva lasciarmi indietro per due volte e invece ha lavorato per me; i compagni mi hanno aspettato e aiutato. Non sono andato come avrei voluto''.
Colpa del piede, questo e' certo. Non e' facile dover gareggiare in una cronometro con un tutore e con negli occhi ancora la paura per il ruzzolone di Horsens. Paura che invece non ha accompagnato Ramunas Navardauskas, il cui umore e' diametralmente opposto rispetto a quello dell'ex primatista. ''Faccio parte di una squadra molto forte - osserva il lituano - e sono molto contento di questo risultato. Vorrei ringraziarei miei compagni: se ho conquistato la maglia rosa e' soprattutto merito loro''.
Navardauskas a lungo era rimasto in testa nella classifica in occasione del cronoprologo di Herning, poi era stato superato dal ciclone Phinney. Oggi si e' preso una bella rivincita. ''Lo ripeto - dice - sono stati i miei compagni a trascinarmi verso questo traguardo, mi hanno protetto e permesso di conquistare un grande risultato''.
Ce l'ha messa tutta l'Astana, per proiettare magari il ceco Roman Kreuzinger nelle posizioni di vertice della classifica, ma non c'e' stato nulla da fare. ''Era troppo difficile - confessa il ceco - nonostante lo sforzo non siamo riusciti ad andare oltre il terzo posto'', che e' comunque un bel risultato.
giovedì, 10 maggio 2012, ore 11.28