"Ho fatto tante cose per primo e anche questa - aggiunge Di Luca all'uscita dal tribunale -, la cosa chiara che io so e chi mi conosce sa per certo, è che quanto io ho vinto nel ciclismo è arrivato per le mie doti. Soprattutto non ho mai vinto qualcosa che non potevo vincere. Non ho mai vinto una cronometro a 60 chilometri orari, qualcun altro sì e magari lo sta ancora facendo".
Di Luca è il primo italiano ad essere squalificato a vita, anche a causa della recidività con cui fu condannato nel passato: "Forse dovevo essere io il primo che doveva pagare per tutti e così è stato", ha attaccato a margine della sentenza del Tna. Il vincitore del Giro 2007, ha avuto anche modo di replicare al presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, che stamattina, in occasione del Giro d'Onore del Ciclismo aveva detto: "Solo uno stupido poteva rischiare queste cose visti i danni che aveva già creato al ciclismo".
"Di stupidi ce ne sono tanti - risponde l'abruzzese -. Di Rocco può dire quello che vuole. Sicuramente io ho fatto degli errori, ma anche lui nella sua vita di errori penso ne abbia fatti tanti e magari ne commetterà altri".