Inter, Roma: giocatevela!

"L'indice di Marco Mazzocchi": il commento alla 30ª giornata di Serie A
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Calcio
24-03-2010

Inter, Roma: giocatevela!

"L'indice di Marco Mazzocchi": il commento alla 30ª giornata di Serie A

    Le vittorie di Inter e Roma e la brusca frenata del Milan regalano al campionato un brivido vero: quello di una vera e propria sfida-scudetto.
     
     
    Prima e seconda in classifica contro, in casa di chi insegue a quattro punti di distanza. Ci voleva davvero per rivitalizzare un calcio italiano in agonia continentale (Mourinho-band esclusa).
     

    L’Inter regola come da copione il Livorno, con Eto’o autore di una doppietta, guarda caso quando Milito non c’è e il camerunense può giocare da punta centrale. Missione compiuta, contro una squadra (quella di Cosmi) che sembra ormai rassegnata alla retrocessione. L’Inter vince senza dover sforzarsi più di tanto. 
     

    La Roma passa a Bologna; i rossoblu si presentano al confronto con i giallorossi forti di un quarto posto virtuale nel girone di ritorno, ma la Roma vince meritatamente, mostrandosi per la prima volta veramente conscia delle proprie potenzialità. Ranieri ha sistemato la difesa (34 gol subiti in tutto, dopo un inizio campionato imbarazzante), ora sembra poter ottenere risultati importanti anche sul piano della mentalità; proprio il dente che spesso doleva nel periodo spallettiano e che il tecnico ora in Russia si crucciava di non riuscire a curare.
     

    La Roma viene da 20 risultati utili consecutivi (14 vittorie, 6 pareggi), l’Inter è tornata a vincere dopo tre partite. Se ci fidassimo ciecamente degli ultimi numeri, ci sbilanceremmo a favore dei giallorossi; se invece dessimo retta alla storia recente di questa sfida scommetteremmo sui nerazzurri, imbattuti all’Olimpico da cinque stagioni (e vittoriosi dal 2006-2007, con due poker calati negli ultimi due confronti).
     

    Partita apertissima dunque, con la Roma a caccia dei tre punti che la porterebbero a meno uno e l’Inter consapevole che un successo nella Capitale le consegnerebbe più di mezzo scudetto.
     
     
    Milan permettendo, ovviamente.

     
    Ma il Milan di questi ultimi giorni, in realtà, sembra permettere eccome!
     

    Domenica, Leonardo ha fallito l’operazione sorpasso; ieri ha addirittura subito l’operazione aggancio da parte della Roma. Proprio quando in molti li accreditavano come i veri rivali dell’Inter, i rossoneri hanno mollato la presa. Incredibile come una squadra così esperta stia perdendo occasioni d’oro. Incredibile a meno che non si consideri che la lunga stagione possa aver logorato giocatori non più in erba e difficilmente sostituibili (leggi Pirlo, ieri espulso).
     

    Può trattarsi di un semplice passaggio a vuoto, di una ultima boccata di ossigeno prima dello sprint finale.
     

    Sia quel che sia, rischia di costare cara.
     
     
    Il terzetto di testa ha messo a 11 lunghezze di distanza la quarta in classifica (il Palermo, raggiunto dal Genoa quasi fuori tempo massimo); i rosanero si giocano l’accesso ai preliminare di Coppa Campioni (badate bene: non Champions League, non mi piace!) con la Samp, caduta in casa dell’ormai ritrovato Bari, e la Juventus. 

     
    Bianconeri ancora in corsa grazie ai rallentamenti altrui più che grazie ai meriti propri. Ma c’è il Napoli dietro lo specchietto; a secco di successi da otto partite, gli azzurri cercano stasera la vittoria che ne rilancerebbe le ambizioni europee.

     
    Il San Paolo notturno, il pubblico che lo riempirà e l’avversario di antico blasone sembrano gli ingredienti giusti per esaltare gli uomini di Mazzarri, già molto positivi domenica in casa del Milan.
     

    Reduce da due vittorie che le avevano restituito il sorriso, la Fiorentina perde a Catania, incapace di rimontare in un’ora e mezza di partita il gol iniziale di Mascara. Prandelli si consola con i complimenti di Mihailovic, ma l’annata sta scivolando via e i viola rischiano di restare a bocca asciutta: eliminata dalla Coppa Campioni, attualmente fuori dalla zona Europa League, la Fiorentina vivacchia a metà classifica sperando però di giocare uno scherzetto all’Inter nella semifinale di Coppa Italia (1-0 per i nerazzurri nell’andata di San Siro).
     

    Passata la consueta crisi invernale, Guidolin ritrova la sua squadra (in questo caso il Parma); vero che il succitato Milan combina poco, ma i gialloblu sembrano tornati ai livelli di inizio stagione. 11 punti nelle ultime 5 partite significano non solo salvezza raggiunta, ma anche finale tranquillo con eventuali sogni europei.
     
     
    Alla definitiva tranquillità sembra non voler proprio arrivare il Cagliari (terza sconfitta di fila); la permanenza in A è a uno o due passi ( quota 40/41, il Cagliari è a 39) ma nelle prossime otto partite sarebbe delittuoso perdere tutto il credito che Allegri ha accumulato fino a un mese fa.
     

    Il Chievo a 37 punti cammina più che correre (2 punti nelle ultime 4 partite), ma sembra in grado di arrivare al traguardo, soprattutto perché ieri ha impattato con l’Udinese, quartultima a cinque punti dai veneti di Di Carlo.

     

    A 35 c’è il Catania. E qui bisogna togliersi il cappello davanti a Sinisa Mihailovic, 20 punti nel girone di ritorno (2 in più dell’Inter, 1 in più del Milan!). Se i siciliani si salveranno sanno già chi mettere in cima alla lista dei ringraziamenti.
     

    Bologna appaiato al Catania; 2 ko di fila hanno rovinato la bella serie di Colomba, ma la squadra c’è, non molla. La sconfitta contro la Roma poteva essere messa in preventivo,la salvezza passa per altri porti.
     

    L’abbrivio per il successo di Cagliari (arrivato domenica dopo un periodo nerissimo) porta la Lazio a superare anche il Siena, mandando Malesani nel baratro e Reja accanto all’Udinese (32) . Sei punti d’oro puro, manco a dirlo!

     
    Se Siena (25) e Livorno (24) sembrano ormai accomunate da un brutto destino sportivo, l’Atalanta (28) non molla.

     
    Mutti ha sfruttato al meglio il doppio impegno casalingo (2 vittorie, 6 gol segnati e nessuno subito), casualmente in assenza di Cristiano Doni.

     
    Squalificato il capitano, i compagni volano. Vuol dire qualcosa? Non so, certo, l’eccessivo nervosismo di Doni nelle ultime settimane non giovava al resto della squadra.
     

    Chiudo dando un bel 10 in pagella a Antonio Cassano.

     
    Non sono solito dare voti, mai in questo caso faccio un’eccezione.

     
    Tornato a Bari per la prima volta da avversario, Cassano ha incontrato alcune ex-insegnanti delle scuole medie ed alcuni ragazzini. Ammettendo di essere stato un pessimo alunno, ha riconosciuto di essere un uomo fortunato per il talento calcistico ricevuto in dono, un talento che lo ha salvato da una futuro incerto; ha poi invitato tutti i ragazzini a studiare per poter avere una vita migliore.

     
    Ha segnato un gran gol!

     
    Molto più bello di quello realizzato poche ore dopo proprio al suo Bari, per il quale ha chiesto subito scusa agli amati concittadini.

     
    Aggiungo la lode al 10…
     
     
    Marco Mazzocchi 

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