Sulla stagione della Rossa e del 4 volte iridato pesano vari episodi "anche se alcune cose, come il duello con Lewis a Monza, fanno parte del gioco. Ad ogni modo non vado in pista pensando di chiudere quinto o di rendere sotto il mio potenziale". Vettel replica anche a chi lo ritiene troppo aggressivo: "il mio stile di guida mi ha portato a 4 titoli e 52 vittorie. Se nel 2012 non avessi fatto quel sorpasso rischioso su Button ad Abu Dhabi avrei perso dei punti e non sarei diventato campione del mondo. Tutti hanno paura di sbagliare e sono consapevole come tutti che quando rischi, alle volte va male. Ma non devi lasciare che la paura ti paralizzi".
"Senna diceva che se non ci provi, non sei un pilota e la penso anch'io cosi' - ricorda ancora Vettel - Lo stesso vale quando tenti delle strategie rischiose come a Singapore e difendero' sempre il mio team. La Formula Uno e' uno sport di squadra, si vince e si perde insieme. Il nostro obiettivo deve essere quello di vincere tutte le gare da qui alla fine, se lo facciamo, e' fatta". Vettel rivolge poi un pensiero a Michael Schumacher: "se stesse bene, gli chiederei molte cose. Non tanto sullo stile di guida ma, vista la sua lunga esperienza in Ferrari, sul 'dietro le quinte', sul lavoro nel team, sulle politiche in F1".