Anzi, i club che non sostengono il presidente della Lazio a questo punto non sarebbero così contrari all'arrivo di un commissario in Figc e lo lascia intendere anche il prossimo appuntamento, fissato solo il 22 gennaio, quando verranno aperte le offerte per i diritti tv. Fra questi risultano Inter, Juventus, Roma (assente in assemblea, con i dirigenti a Londra per il summit con Pallotta), Fiorentina, Bologna, Sassuolo,Torino, mentre al fianco di Lotito ci sarebbero Napoli, Milan,Genoa, Chievo, Verona, Udinese, Crotone, Atalanta, con una serie di società la cui posizione non è chiara: Sampdoria, Spal,Cagliari, Benevento.
Il n.1 della Lazio ha tempo fino a domenica per depositare la candidatura, poi potrà cominciare la ricerca di consensi fuori dalla Serie A (12% del peso elettorale). In Lega B difficilmente troverà l'appoggio di tutti i 22 club (5% dei voti), visti i duri scontri degli ultimi mesi, in cui da patron della Salernitana ha tentato la scalata al vertice di una categoria spaccata a metà. Per assicurarsi un posto nel consiglio della Figc, ha giocato su due tavoli: in Lega B e in A, dove ha proposto vari candidati presidente (anche con un inedito asse con la Juve). E forse è sempre quello il traguardo dietro l'annuncio di correre per ilvertice della Figc, lanciato in assemblea dopo aver partecipato (col commissario Carlo Tavecchio, il presidente del Torino Urbano Cairo, l'ad del Milan Marco Fassone, quello della Juve Beppe Marotta) alle consultazioni con le altre componenti.
Ha iniziato il candidato con la base elettorale più forte, il 34% della Lnd: "Il calcio di base e quello di vertice potrebbero ricostruire l'asse storico che c'è sempre stato", ha dettoSibilia. Di asse forte ha parlato anche il presidente della Lega B, Mauro Balata. Renzo Ulivieri ha definito sconveniente puntare su uno dei vice di Tavecchio (come lo stesso Sibilia), e dopo aver proposto ieri Walter Veltroni ha tirato fuori la carta del giornalista Matteo Marani. Il presidente degli allenatori (10%) non ha accettato la candidatura al buio prospettata dalla Serie A, e così ha fatto Tommasi, che difficilmente andrà oltre il 20% dell'Assocalciatori.
La Serie A alla fine non ha indicato nessun nome, come invece invocava "per responsabilità" Marcello Nicchi, il presidente degli arbitri (2%), che "non voteranno al primo turno se si arriverà con tre candidati". "Emergono fratture nella Serie A", ha raccontato Gravina e i fatti hanno confermato le impressioni del presidente della Lega Pro (17%).
"L'assemblea non si è pronunciata su una candidatura né su una candidatura di appoggio - ha preso atto Tavecchio -, dopo domenica si vedrà". E non è detto che tutti i 3-4 candidati arrivino in fondo.