A far traboccare il vaso, è stata la piattaforma 'Sporf', che in un precedente cinguettio aveva pubblicato i nomi dei Bleus affiancandoli alle rispettive bandiere dei Paesi d'origine. Paul Pogba: Guinea, Nabil Fekir: Algeria, Antoine Griezmann: Germania, Giroud: Italia e via dicendo...
"Tutti insieme per la Francia", concludeva Sporf. Lapidaria la risposta di Mendy, che ha rettificato affiancando ad ogni nome il biancorosso e blu della République. Postilla: "Fixed", come a dire "così è corretto".
Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i rilievi sulle origini multietniche dei francesi trionfatori a Mosca. Negli Usa, durante il 'Daily show', Trevor Noah aveva detto ironicamente di essere "contento perché l'Africa ha vinto la Coppa del mondo".
Commmento simile a quello di Nicolas Maduro, che ha poi lanciato un appello affinché i Paesi europei la smettano col razzismo. "Quanto è stata disprezzata l'Africa, quanto l'hanno schiavizzata e saccheggiata per 500 anni! - ha dichiarato il presidente del Venezuela - Ma nel Mondiale la Francia ha ottenuto la vittoria grazie proprio a giocatori africani o figli di africani. Così è la vita!".
A Parigi, il leader centrista dell'Udi, Jean-Christophe Lagarde, non sembra averla presa benissimo, minacciando querele contro Maduro. Mentre viene osannato Obama. Durante un solenne intervento in Sudafrica in omaggio a Nelson Mandela e alla difesa del multiculturalismo, l'ex presidente Usa ha preso la squadra francese ad esempio:. "Guardate l'Equipe de France che ha appena vinto il Mondiale. Tutti quei ragazzi non somigliano, secondo me, a dei galli. Sono francesi, sono francesi!".
Tra i primi a soffermarsi sull'origine multietnica dei Bleus, fu il 9 giugno scorso, un Maradona senza peli sulla lingua. "C'è una mafia che porta via i calciatori africani per naturalizzarli per le nazionali europee. E molte volte il bisogno obbliga questi giovani giocatori a fare una scelta del genere". Quanto all'Italia, Le Monde fotografa oggi un Paese divenuto "amaro per la vittoria" francese, deplorando le "dichiarazioni antifrancesi e i commenti razzisti che si moltiplicano sui social network".
Da parte sua, Marine Le Pen, ritiene che i Bleus "diano una buona immagine della Francia". E aggiunge di non avere "una visione razziale dei francesi". Tra l'altro, proprio nei giorni scorsi i deputati francesi hanno approvato l'abolizione della parola 'razza' dalla Costituzione. La multietnicità del mondiale è in parte conseguenza delle nuove regole Fifa, che consentono a giocatori con doppio passaporto di scegliere una nazionale non di nascita anche se si è giocato con quella di origine, purché non in partite ufficiali.
Al Mondiale la Spagna aveva, ad esempio, Diego Costa, brasiliano, e addirittura la Russia un suo connazionale: Mario Fernandes. In realtà, la Francia di Deschamps è meno multietnica di quella del '98 (con origini armene, kanaki, maghrebine, africane). Pero' in questa Francia Mandanda e' nato a Kinshasa, Umtiti a Yaoundè.
D'altra parte, e' vero anche il contrario. Il giornale Le Parisien ha fatto notare che ben 50 calciatori presenti al Mondiale sono nati in Francia come Benatia (Marocco), Higuain (Argentina) e Lopes (Portogallo).
In realtà,con la possibile scelta oltre il passaporto, tutto lo sport è oramai 'senza frontiere'. Mo Farah, mezzofondista simbolo dell'atletica britannica nato a Mogadiscio, e' il più clamoroso degli esempi. Ma se a rappresentare una nazione come vincente non e' un singolo ma una squadra, va da sé che la polemica scoppi.