"La burocrazia discrimina giovani migranti"

Antigone e Progetto diritti: "Troppi i documenti necessari"

Quando il calcio da strumento d'integrazione diventa motivo di discriminazione.

Non solo insulti e striscioni razzisti allo stadio, ma anche una "burocrazia inspiegabile e ridondante": una messe di documenti e permessi, richiesta da Lega dilettanti e Figc per il tesseramento degli atleti, rende difficile ai giovani migranti giocare a calcio. Le associazioni "Progetto diritti" e Antigone, che hanno lanciato la polisportiva Atletico diritti con una squadra di immigrati, detenuti o ex detenuti e studenti universitari, hanno stilato il dossier "La discriminazione nel calcio. Non per tutti i calciatori vigono le stesse regole", presentato oggi alla Camera. Da esso emerge che di fatto sono esclusi dai campionati federali quei calciatori in attesa del rilascio del permesso di soggiorno, ma anche quelli con certificato in scadenza prima della fine del campionato e coloro che hanno un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Non mancano, al contrario, esempi virtuosi come quello della Federcricket.

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