Perché la pioggia cambia i valori in pista?

La Camera Oscura

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Un vecchio giornalista specializzato nel motomondiale sosteneva la teoria del “fermo”. Ovvero i piloti che sull’asciutto sono meno veloci riescono invece a trovare in condizioni di pista bagnata il passo giusto per essere più veloci degli altri. Ma in realtà Valentino Rossi, che certo un pilota “fermo” non è, smentisce questa teoria. Per correre sul bagnato occorrono invece grandi qualità. E sono quelle che alla fine fanno la differenza.

Certamente, e chi guida anche uno scooter lo sa, a qualcuno il bagnato incute timore e ad altri invece piace, fa parte del carattere di ognuno ed è così anche per i piloti professionisti. Sicuramente in corsa (e anche per strada) con la pioggia occorre una maggior capacità di concentrazione, perché i margini per l’errore sono molto più esigui che in condizioni asciutte. Basta pinzare il freno con troppa pressione e si scivola..basta affrontare una curva con traiettoria errata e si scivola…l’equilibrio è certamente più instabile che con la pista asciutta.

Errori e qualità personali a parte direi che il principale discorso riguarda invece le moto. Tutte le categorie inclusa la moto tre e la moto due (che però hanno dei limiti strutturali) cercano di utilizzare al massimo le possibilità del mezzo meccanico. La motgp nelle sue espressioni più performanti ha esasperato fino a limiti impensati le prestazioni della moto, sia grazie all’elettronica che alle continue innovazioni tecniche (materiali, freni, sospensioni, prestazioni del motore). Sul bagnato queste esasperazioni tecniche/tecnologiche vengono meno, infatti  i  tempi di percorrenza del  giro su un circuito come Silverstone sono ( erano) di 15 secondi circa più  lenti.

Si verifica una sorta di livellamento verso il basso delle prestazioni: anche le moto meno performanti  nel bagnato possono competere con le più performanti. E qui entra in gioco il “coraggio” e l’indole del pilota, su come sa gestire mostri così potenti sull’asfalto inzuppato. Traiettorie, frenate, accelerazioni non sono le stesse di quando la pista è secca e quindi occorre una sensibilità diversa, che non tutti hanno; un equilibrio e che non tutti i piloti riescono a raggiungere tanto velocemente come invece hanno saputo fare Rossi Petrucci e Dovizioso.

Sopra la moto c’è un pilota e sarà lui a fare la prestazione in caso di pista bagnata; in percentuale l’incidenza del mezzo scende a  cifre molto basse mentre è il fattore umano ad aumentare la sua rilevanza.


di Massimo Angeletti

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  • pubblicato01.09.2015
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