I luoghi comuni sono fatti per essere sfatati, certi tabù evidentemente no. Milano, squadra considerata fragile sul piano psicologico, mostra un carattere granitico, vince per 95-76 e stacca il biglietto per la finale scudetto contro Siena. Sassari, al contrario, dice addio al sogno di giocarsi il titolo perché perde ancora in casa contro Milano: è successo 10 volte su 10 sfide giocate al Palaserradimigni. Sassari inizia contratta e non fa buone scelte in attacco, Milano tiene la calma e impone agli avversari la solita partenza ad handicap: 10-3 al 5' per gli ospiti.
Sacchetti passa alla doppia regia con Marques Green al posto di Devecchi e il Banco pareggia: 14-14 all'8'. Dal perimetro l'EA7 ristabilisce le distanze con Melli e Jerrels: il primo quarto si conclude con i milanesi in vantaggio per 24-16. Neanche dopo la pausa Sassari riesce a giocare con la lucidità che imporrebbe la situazione e Milano, con pazienza, gestisce il match. Dopo 15' Milano arriva al massimo vantaggio sul 41-23, manifestando una evidente superiorità fisica e mentale. Sacchetti non ottiene la scossa che spera dalle continue rotazioni, e neanche il quintetto basso cambia l'inerzia: a metà gara Milano è sopra 54-33. C'è anche un po' di sfortuna nell'opaca prestazione offensiva dei padroni di casa, ma c'è soprattutto tanta Milano, con una difesa che toglie il fiato e annebbia le idee.
Dopo 24' l'Emporio Armani vola a +25: 61-36. Il rientro di Travis Diener, uscito nel secondo quarto per un problema alla caviglia, non cambia il destino di una partita che Milano ha dominato in lungo e in largo: al 30' l'EA7 conduce 72-53. Se qualcuno aveva qualche dubbio sulla tenuta mentale della squadra di Banchi, la cui superiorità tecnica e fisica è indiscutibile, deve ricredersi. Milano entra in campo per l'ultimo quarto e non concede la minima possibilità a Sassari di pensare all'impresa come quella che servirebbe per riaprire la gara. Il Banco non si avvicina mai oltre il -19. Vince Milano, meritatamente.
