L’apriscatole spagnolo

Llorente-Morata, un’arma in più per la Juve

1422546687521_460146768.jpg  Insieme avevano giocato la miseria di 12 minuti, recupero compreso. Il 1° ottobre, nella sconfitta di champions contro l’Atletico Madrid. Per il resto, solo staffetta. 16 volte nel giro di cinque mesi. Dentro Morata per Llorente. Solo in due circostanze è accaduto il contrario.
 
A Parma, Masimiliano Allegri ha scelto un'altra strada. Alla mezz’ora della ripresa, a far posto all’ex del Real è stato Coman. E l’attacco per due terzi ha cominciato a parlare spagnolo. Un attacco fino a quel momento impalpabile. La mossa ha pagato, eccome. Prima, la traversa scheggiata da Marchisio. Poi, il gol-partita. Confezionato da chi? Da Fernando Llorente e Alvaro Morata. Il primo nelle vesti di suggeritore (con l’ombra di un fuorigioco, ma questa è un'altra storia) il secondo in quello di finalizzatore.
  
Adesso, il tecnico sa di avere un’arma in più. Preziosa in partite come quella del Tardini, di difficile interpretazione. Contro difese bloccate, una prima punta in più può rappresentare un prezioso apriscatole. Detto questo, c’è un altro dato che diventa motivo di riflessione. Per la seconda volta nel giro di tre giorni la Juventus ha chiuso il primo tempo senza gol. Siccome è successo contro squadre non di primissima fascia (il Parma dopo il Chievo) Allegri dovrà correre ai ripari. Anche perché all’orizzonte si profila la Champions. Arrivano le settimane decisive: d’ora in poi sarà vietato sbagliare

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  • pubblicato29.01.2015
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