Doveva essere una gara decisiva quella di Silverstone e lo è stata, non solo per la storica tripletta italiana, la seconda della stagione, quanto per il campionato mondiale della Motogp. Marquez con la sua caduta ha eliminato ogni residua speranza di arrivare al titolo e Lorenzo ha perso un treno importante ritornando secondo in classifica generale. Rossi sa approfittare di ogni situazione traendo il massimo da quello che può offrire. Se non fosse stato per la pioggia Rossi era destinato a lottare per il terzo posto dietro i due spagnoli.
Al momento la situazione tecnica in campo, le prove e i risultati, dicono che Rossi è il terzo dopo i due spagnoli. La pioggia ha cambiato le carte in tavola e Rossi è stato il più rapido a leggere il nuovo scenario. Certamente la fortuna aiuta gli audaci ma sostiene anche quelli che hanno l’intelligenza di interpretare al meglio la realtà. Il dottore ha anche questo dono che per la lotta iridata può essere l’arma in più. I dodici punti di vantaggio di Rossi su Lorenzo non cambiano nulla sul piano delle possibilità, mancano ancora sei gare ovvero 150 punti in palio, ma influiscono molto sul piano psicologico, territorio dove il nove volte campione del mondo è maestro. La prossima gara si correrà in Italia, a Misano, dove lo scorso anno Rossi ottenne una bella vittoria proprio sul compagno di squadra, e se Valentino dovesse ripetersi e guadagnare ancora punti sull’avversario (perché è un discorso ristretto ai due piloti Yamaha) sarebbero dolori perché sarebbe più facile giocare in difesa, mentre Lorenzo sarebbe costretto sempre a piazzarsi davanti al Dottore.
La pioggia, che rende più instabile l’equilibrio in pista ma esaspera meno le prestazioni delle moto, ha esaltato anche la guida di Petrucci e Dovizioso, con le Ducati che hanno avuto la capacità di condurre una gara coraggiosa e senza errori. Con l’asciutto forse non avrebbero avuto questa opportunità ma anche loro, grazie alla concentrazione e al talento hanno saputo sfruttare la ghiotta occasione e questo, come per Rossi, è un grande merito, prerogativa dei campioni che la buona sorte aiuta più degli altri.
di Massimo Angeletti
