La Wada accusa la Iaaf: 'Non poteva non sapere'

Per l'Agenzia antidoping i vertici erano responsabili della corruzione

1452783389558_463494709.jpg"Le informazioni sono piuttosto chiare e dimostrano che la corruzione partiva dal vertice della Iaaf, dal presidente Lamine Diack".

Cosi' Richard McLaren, membro Wada e consulente legale, illustra la seconda parte del report della commissione indipendente dell'Agenzia mondiale antidoping sull'atletica e sulle colpe della Federazione internazionale, fra corruzione e doping.

"Certi individui all'interno della Iaaf sono andati oltre la corruzione sportiva - tuona McLaren - si potrebbe dire che c'e' stata una corruzione criminale. E questo dimostra che non e' piu' il momento di negare ma e' il momento di fare le riforme".

"La Iaaf non e' stata sufficientemente attiva nell'indagare sui casi di doping ematico", rincara la dose Dick Pound, presidente della Commissione Wada che nel novembre scorso, nel primo rapporto, portava alla luce lo scandalo Russia. Nella seconda parte del rapporto viene messo in evidenza come la corruzione fosse "parte integrante" della Iaaf e punta il dito contro il Consiglio della stessa Federazione internazionale che "non poteva non essere a conoscenza di quanto fosse diffuso il doping nell'atletica".

McLaren torna anche sul caso Russia e afferma che le autorita' locali "hanno controllato l'evasione, la manipolazione e in alcuni casi la distruzioni di risultati positivi ai test antidoping degli atleti russi". La commissione indipendente della Wada ritiene di aver esaminato "solo la punta dell'iceberg" e per Pound, che ha redatto le 89 pagine del rapporto, "la consapevolezza della Iaaf in merito ai problemi della Russia era molto piu' grande di quanto fosse noto, eppure la Iaaf non ha mostrato alcuna brama di occuparsi della questione".

Pound lamenta il fatto che il lavoro della commissione si e' dovuto scontrare con "l'evidente mancanza di volonta' da parte della Iaaf di assumersi le proprie responsabilita' per quanto e' andato storto". Nella seconda parte del rapporto Wada si legge che la corruzione all'interno della Iaaf "non e' paragonabile a quella di un commerciante di valuta estera che effettua transazioni non autorizzate, senza che i responsabili della banca lo sapessero o avessero dato il permesso. Qui si parte dal presidente dell'organizzazione e sono coinvolti il tesoriere e il consulente personale del presidente, che agiscono secondo le istruzioni dello stesso presidente. Sono coinvolti due dei figli del presidente, il responsabile medico e quello antidoping della Iaaf".

E la Federazione internazionale "ha permesso che tutto questo accadesse e deve assumersi le proprie responsabilita'. Continuare a negare - prosegue il rapporto - rendera' solo piu' difficile fare dei progressi". 

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  • pubblicato14.01.2016
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