La Camera Oscura

di Massimo Angeletti

1415455200787_Valentino-Rossi-Qatar-2014-436x291.jpgQual è il segreto della longevità di Valentino Rossi? Al termine della diciannovesima stagione nel motomondiale il pilota marchigiano pare aver trovato una seconda giovinezza sportiva. Per capire questa rinnovata energia nel Dottore bisogna fare un piccolo passo indietro, almeno fino all’esperienza Ducati. Quella verso la moto italiana fu in un certo senso una scelta forzata: era uscito da casa Yamaha sbattendo un po’ la porta e l’ingaggio con la rossa era allettante. La via della Honda era ed è sbarrata per i motivi che tutti conosciamo.


Mi ricordo ancora la faccia di Valentino Rossi il primo giorno di test con la Ducati a Valencia nel 2010. Si leggeva perfettamente sul volto del campione la delusione per una moto problematica, almeno in quel periodo. E i due anni successivi confermarono quell’espressione. Rossi non si fidava di quel prototipo e dopo le prime cadute decise, a nostro avviso, di non rischiare più di tanto.  In quei due anni passati con la casa di Borgo Panigale Rossi ha cercato di non farsi male, non ha corso come dovrebbe correre un pilota vincente, ha corso come un pilota “prudente”. Ha corso con il timore di farsi male e questo è un tarlo che poteva aver prodotto dei danni irreversibili nella psiche del Dottore. Invece fortunatamente non è stato così. E quando se ne è accorto  Rossi, ovvero dopo le prime gare del 2013 con la Yamaha M1, ha piano piano ricominciato a macinare nel suo modo.


Oggi a fine stagione, vada come vada per il secondo posto, Rossi ha disputato un gran campionato e la Yamaha rispetto alle prime fasi è oggi competitiva, ha annullato il gap con la Honda. E questo grazie anche al ritrovato entusiasmo di Rossi, oltre che al lavoro di Lorenzo. Aver riabbracciato tutte le sue capacità integre ha fatto ripescare l’entusiasmo al campione, come dopo una tempesta infernale ci si accorge di essere ancora vivi, ha apprezzato di più l’essere ancora tutto intero. Aggiungete che Rossi, da uomo intelligente, è consapevole di non dover dimostrare più niente a nessuno se non a se stesso. Può pensare tranquillamente anche al decimo titolo mondiale…giocando col mondo.
 

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  • pubblicato08.11.2014
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